Recensione “Javier” di Debora C. Tepes

 

 

 

 

Vi starete chiedendo chi sono.

Sono un uomo disposto a tutto. Mi hanno voluto per la mia ferocia, mi hanno scelto per la mia imperturbabilità, e mi hanno trovato. Ora ho una missione da portare a termine e, costi quel che costi, non lascerò che il mio sangue macchi questa terra infetta.

Sono una macchina da guerra: le armi con cui mi difendo, le vite con cui gioco e la violenza con cui combatto mi rendono l’uomo che da dodici mesi guardo allo specchio. Qualcuno potrebbe definirmi il peggiore dei bastardi, e avrebbe ragione.

Nessuno mi fermerà.

Nessuno potrà impedirmi di raggiungere il mio obiettivo, neanche lei.

Il suo sguardo è letale, il suo sorriso è pericoloso, la sua rabbia è devastante. Lei è proibita, ma io possiederò il suo corpo, soggiogherò la sua mente e risucchierò la sua anima. Mi nutrirò di lei come il peggiore dei predatori.

Se proverà a opporsi, la distruggerò.

Nessuno dovrà scoprire chi sono.

Soprattutto lei.

Un Dark Romance da applauso, l’autrice ha saputo calibrare storia d’amore, suspense e passione.

Mi sono innamorata dello spirito ribelle di Javier, del suo essere arrogante e prepotente, della sua vendetta e del suo senso di giustizia, coerente dalla prima all’ultima pagina.

Non ho condiviso invece, tutte le scelte della protagonista, a volte sembrava non aver amor proprio, il suo essere fragile si evidenziava in ogni sua mossa o parola.

Ho apprezzato l’alternanza dei punti di vista dei protagonisti, scissi in varie parti del libro, ci ritroviamo a leggere la prima parte sotto il punto di vista di Javier, il suo passato che si palesa lentamente, nella seconda parte ci scontriamo con i pensieri di Yamile, dove si trova il perché dei suoi comportamenti e la sua fragilità che destabilizza.

I sentimenti che vengono combattuti da Javier si contrastano di netto con l’apertura del cuore da parte di lei sin da subito.

Javier vive la nascita di questo sentimento in contrasto con la sua vendetta, lui agente della Dea non può innamorarsi del suo nemico, ma cerca in tutti i modi possibili di salvarla.

E’ un personaggio complesso, che vive la sua battaglia interiore tra giusto e sbagliato, tra leale e sleale, tra legge e reato, tra amore e odio, tra luce e buio.

“i nostri occhi si scontrano per una frazione di secondo, nero contro verde. Oscurità contro luce… E’ come un tarlo che mi buca il cervello. E’ come una fottuta tortura cinese. E’ come un proiettile conficcato nella gabbia toracica, all’altezza del cuore.”

Lo vive intensamente, ed ogni sua mossa o parola vive la sua battaglia su versanti contrastanti.

“Tu ed io siamo come il Nord America e il Sud America: ci colega un’arida lurida lingua di terra che, così come ci unisce, al tempo stesso ha la capacità di dividerci.”

Ti innamori del suo essere, del suo dolore, di quella lotta interiore per quell’amore così sbagliato.

“Non sono mai stato male per una donna. Non sono mai stato innamorato di una donna. E l’unica donna che vorrei nella mia vita è la figlia di un dannato criminale.”

“Non riesci a non toccarmi, Tirador. Sono diventata la tua cocaina, quella più pura e nociva.”

Vorresti sentirgli pronunciare quelle famose parole: “Ti Amo”.

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