Recensione “Jackie” di Luca Cassetta

 

Nella tranquilla cittadina di Black Tree, il ritrovamento di un cadavere sepolto dietro la scuola locale riporta a galla una tragedia dimenticata. Quando Jackie e suo padre si trasferiscono nella vecchia villetta in pietra, la ragazza scopre un’angusta stanza piena di bambole di porcellana, nascoste da decenni. Tra loro ce n’è una speciale, antica e perfettamente conservata, con occhi azzurri e un vestito color bordeaux. Da quel momento, strani eventi iniziano a tormentare Jackie: sogni inquietanti, apparizioni inspiegabili e una voce che sembra chiamarla dall’oscurità. Man mano che la verità si fa strada tra ombre e incubi, Jackie capisce che la casa non è mai stata vuota. E che alcune bambole non sono solo giocattoli… Un horror psicologico avvolgente e disturbante, che mescola possessioni, misteri e oscure presenze dal passato.

 

Premetto che non sono una grande amante dei romanzi horror e ancor meno dei film. Sono fondamentalmente una fifona e la notte preferisco dormire.

Questo, però, mi è stato proposto per il blog “Letture Sale e Pepe” e, visto che conosco e stimo la casa editrice, ho voluto provare.

Alle prime battute mi imbatto in una bambola, e già le cose prendono una brutta piega. Vi dico solo che ho fissa nelle mente una scena di un film di Dario Argento e, una notte, quando mia figlia a due anni mi si presentò accanto al letto, immobile, silenziosa e aprendo gli occhi me la trovai faccia a faccia, feci un salto sul letto che ancora, diciotto anni dopo, la ricordo come fosse ieri. Quindi la bambola di porcella, con occhi azzurri e capelli che sembrano veri mi ha inquietato fin dalla prima apparizione.

La protagonista è Jackie, lei e suo padre si sono da poco trasferiti nella cittadina anonima di Black Tree e nella soffitta trovano una serie di bamboline, da lì tutto prende una strana piega: voci inquietanti che le parlano, cose inspiegabili che accadono, morti misteriose, apparizioni, allucinazioni o sono solo semplici suggestioni?

Se amate il genere, lasciatevi trasportare in un’altra dimensione.

 

chiara cipolla

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