Recensione “Istanbul. Il viaggio sospeso” di Elsa Zambonini Durul

 

 

 

 

 

 

La storia di Lisa Andreoli si interseca con quella della prozia Lisa Morpurgo, ebrea costretta col marito a una precipitosa fuga dall’Italia a causa delle persecuzioni razziali. Il viaggio dei due coniugi verso la Terra Promessa, iniziato separatamente dai figli, si interrompe a Istanbul, dove la coppia trova rifugio presso l’abitazione di un ospitale francese che consente loro di attendere sul Bosforo l’arrivo dei figli. Qui i due ricevono l’aiuto inaspettato di Angelo Roncalli, allora Vicario Apostolico in Turchia, che in quei tempi riuscì ad aiutare più di ventimila ebrei. La pronipote Lisa Andreoli ritrova il diario di quegli anni, ma la sua lettura non sembra una semplice rievocazione. Tra intrighi internazionali e personaggi senza scrupoli, Lisa Andreoli mette in pericolo la propria vita e quella dei propri cari nel tentativo di dare il proprio contributo a una causa giusta. Un’avventura vissuta nel fascino di Istanbul e dei suoi paesaggi.

Appena finito di leggere questo secondo libro e se chiudo gli occhi mi sembra di affacciarmi in questi meravigliosi panorami azzurri, con il rumore delle onde ed i gabbiani che volano sul mare. All’inizio quando ho realizzato che era il seguito, per un attimo mi sono demoralizzata per paura che non potesse essere all’altezza del primo libro, ma mi sono ricreduta alla grande!

La storia delle due Lisa è formidabile, la lettura dei diari mi ha ipnotizzata e  portata indietro nel tempo, in piena guerra. Raccontano la storia, spesso dimenticata, di intere famiglie messe in ginocchio.

I personaggi sono sempre descritti in modo perfetto, ed anche l’argomento del maltrattamento delle donne da parte dei mariti/padroni è molto ben raccontata. Un giallo davvero avvincente che ti tiene incollata alle pagine dall’inizio alla fine…

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