Recensione “Il palazzo dei sogni perduti” di Charlotte Betts

 

 

 

India, 1798. A un passo dal coronare il sogno di una vita, Beatrice Sinclair, non più nel fiore degli anni, viene colta da un’atroce sventura e perde l’attempato marito e il figlio che le stava crescendo in grembo. Scacciata dalla famiglia acquisita, si ritrova in una situazione disastrosa, ma il destino la mette davanti all’unica scelta possibile: abbandonare lo Hampshire e raggiungere suo fratello nell’India dove ha già trascorso l’infanzia. Quello che scopre al suo arrivo è sorprendente: il fratello ha sposato una splendida fanciulla del posto e vive a ridosso di un harem in un immenso palazzo, il Jahanara Mahal, teatro sfarzoso di un’epoca principesca finita col furto di un leggendario diamante. Confinata nella zenana con le altre abitanti di palazzo, Beatrice si ritrova isolata in un mondo che non le è familiare e deve affrontare la sfida di ricostruire la sua vita, cercando al tempo stesso di ricostruire quel palazzo ormai in rovina che occupa da sempre i suoi sogni. Può riuscirci solo mettendo a frutto uno dei suoi talenti, mentre sullo sfondo francesi e inglesi si contendono le ricchezze della regione e con le armate napoleoniche alle porte, la situazione si fa sempre più tesa. A complicare le cose arriva Harry Wyndham, compagno di giochi d’infanzia ormai diventato uomo. Tra sogni, sospiri, ricami variopinti e intrighi di palazzo, Beatrice dovrà decidere per cosa batte il suo cuore.

Questa volta il libro ci porterà in India alla fine del XVIII secolo, dove le donne ancora non hanno nessuna importanza, non hanno diritto di parola, non hanno un posto in società.

Troviamo Bee, che sconvolta dagli ultimi avvenimenti accaduti nella sua vita, decide di raggiungere il fratello in India, nella sua terra natia ed elaborare il lutto.

Riuscirà a prendere in mano la sua vita?

Troverà il palazzo dei suoi sogni in decadenza, un fratello abbastanza autoritario sposato e il suo vecchio amico di infanzia.

Le nuove emozioni la destabilizzeranno ma riuscirà a prendere importanti decisioni per la ristrutturazione di quel palazzo che per lei rappresenta il palazzo dei suoi sogni.

Riuscirà a impiantare una sorta di fabbrica del cucito con le donne del luogo per recuperare la somma necessaria alla ristrutturazione.

In questa nuova quotidianità scoprirà nuove emozioni, non solo date dall’adrenalina e l’entusiasmo della sua avventura “imprenditoriale” ma anche il contatto e il rapporto che crea con Harry.

Ma il passato, la società, gli intrighi di palazzo e i colpi di scena impediranno a quei cuori di battere all’unisono.

Un “romanzo d’epoca” che ti trascina volente o dolente nelle strade indiane, in un palazzo fatiscente, tra vecchie megere e segreti, la ricerca di una pietra preziosa, un passato diverso da quel che appare.

Ben scritto, con la giusta dose di suspense, romanticismo e con quella frase che riecheggia in tutto il libro “La forza delle donne”.

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