Recensione “Il misterioso giustiziere” di Salvatore Scalisi

 

 

 

Siamo in un quartiere periferico di una grande città non identificata. Sarà Roma, Milano, New York, Catania … ? Scippi continui, violenze varie, disordine, sporcizia sono perennemente presenti ad ammorbare la zona che potrebbe essere piacevole per la presenza di bellezze architettoniche veramente ingenti. Dario, il protagonista, non riesce proprio a vivere nel pur luminoso appartamento in cui è arrivato da poco. Sente che non ce la può fare; infatti l’inciviltà lo infastidisce sempre di più. Attraverso un incontro casuale, entra in possesso di un’arma pronta da usare, con i proiettili in canna. Ma, cosa succede? Perché il numero dei proiettili diminuisce, malgrado la pistola resti al suo posto e nessuno la usa? Si dipanano una serie di eventi misteriosi, al limite dell’allucinazione. Il mistero si infittisce, sempre di più, in direzione di un miracoloso e sconosciuto giustiziere, determinato a migliorare lo stile di vita della pestifera periferia. Dario, lascerà l’appartamento soleggiato per ricominciare la sua vita altrove, o riuscirà ad adattarsi al luogo? L’autore, Salvatore Scalisi, come sempre, ci mette su una direzione di soluzione narrativa sospesa tra sogno e realtà. Verità ed allucinazioni si susseguono in sequenze accattivanti per evocazioni coloristiche e paesaggistiche, lasciando il lettore col fiato sospeso, in attesa di possibili modalità risolutive, in ogni caso, eclatanti ed eccentriche.

Questo breve libro va capito e, forse, io non l’ho fatto appieno.

Vuole essere un’accusa e uno sfogo verso una società che sembra non fare niente per migliorare una condizione di degrado che si è allargata in molte zone d’Italia.

Il nostro protagonista, dapprima calmo e tranquillo, capace di sfogarsi grazie ai libri che scrive, si ritrova a dover cambiare quartiere ed essere testimone di diversi scippi, oltre che vittima di un’aggressione. La sua rabbia cresce sempre di più, insieme a quella dei suoi nuovi amici e si ritrova a nascondere una pistola in casa sua. Pur avendo deciso di non usarla, scopre che i proiettili diminuiscono, senza sapere come.

Piano piano ci renderemo conto che i proiettili rappresentano altro e la rabbia non è solo verso quei malviventi, ma anche e soprattutto verso una società che gira gli occhi dall’altra parte.

Interessante e originale modo di scrivere. L’autore è stato in grado di parlare senza dire niente.

Lo consiglio.

firma Claudia

Loading

La nostra votazione

Pubblicato

in

da

Tag:

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *