Recensione “Il migliore amico del mio capo” di Jana Aston

 

 

 

 

 

 

Lo ammetto: ho una cotta per il migliore amico del mio capo. Almeno non è grave come se fosse il migliore amico di mio fratello. O il fratello del mio migliore amico, o… Lasciamo stare. Mi sono ritrovata in un cliché. 

La cosa peggiore? Il migliore amico del mio capo è anche il suo socio. Il che lo rende quasi il mio capo. Ok, nessun quasi. Gabe Laurent è off limits per me. Totalmente fuori portata.

l che è un bene, visto che posso fantasticare praticamente sempre su di lui e non lo scoprirà mai. Questo, ovviamente, fino a che non ho la geniale idea di rispondere per gioco a un quiz con domande sexy durante una riunione. E non so ancora che le risposte finiranno in mano a Gabe.

Racconto più che romanzo, viste le dimensioni. Sicuramente piacevole e divertente per una serata leggera. Perfetto per le amanti di questo tipo di scrittura, ma un po’ povero e deludente per chi si aspetta di più da un romanzo.

La storia è di per sé carina e divertente, ma ricca di stereotipi e clichè. Lui bello, ricco e inavvicinabile, lei bella, povera e segretaria del socio di lui. Lui desiderato da tutti e lei la classica bella, ma che non si valorizza, copre le gambe chilometriche, non si trucca e non fa nulla per attirare l’attenzione, ed è proprio per questo, che il bel principe la nota e inizia a fantasticare sulla dolce Cenerentola. Ebbene sì, perché sempre lì andiamo a cascare. Solo che in questo racconto, scritto bene, scorrevole e anche brillante, c’è poca originalità e poca sostanza.

Avevo letto altro di questa autrice e ammetto che speravo in qualcosa di più che invece non ho trovato, peccato.

SENSUALITA’: 

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