Recensione “Il maestro di Aushwitz” di Otto B. Kraus

 

 

 

Alex Ehren è uno dei prigionieri di Auschwitz-Birkenau. Ogni giorno che passa la lotta per sopravvivere all’orrore del campo di concentramento si fa sempre più dura. Eppure Alex ha deciso di contravvenire agli ordini dei suoi spietati aguzzini e, di nascosto, dà lezione ai bambini raccolti nel famigerato Blocco 31. È un piccolo gesto di coraggio, che ha però un incredibile valore sovversivo, perché è il solo modo per tentare di proteggerli dalla terribile realtà della persecuzione che sperimentano sulla propria pelle. Eppure, insegnare ai bambini non è l’unica attività proibita a cui Alex si dedica… Questo romanzo è ispirato alla vera storia di Otto B Kraus, che durante la prigionia nel campo di concentramento osò sfidare le inflessibili regole imposte dai nazisti e creò per i suoi piccoli allievi un’oasi di normalità.
«C’era così poco spazio sulla cuccetta che, quando uno di noi voleva riposare il fianco, dovevamo girarci tutti in un intreccio di gambe, di petti e di pance vuote come se fossimo un’unica creatura dai molteplici arti, una sorta di divinità indù o di millepiedi. Fra noi nacque una certa intimità, non solo nel corpo ma anche nella mente, perché sapevamo che, pur non essendo nati dallo stesso ventre, saremmo di certo morti insieme.»

Quanti libri abbiamo letto sull’olocausto, sulla prigionia nei campi di concentramento, quante emozioni e lacrime abbiamo “consumato” leggendo questi libri storici, prose romanzate, eppure non finiremo mai di ricordare, di leggere sperando di non ripetere la storia.

“Un diario di ricordi, un diario per stabilire un contatto con il mondo”, trovato tra le macerie di un campo di concentramento, il diario ci racconta gli orrori, le sevizie, le torture di un campo di concentramento, e l’amore dolce e tenero, una luce in fondo a quel tunnel buio e oscuro.

Alex, un maestro, racconta e descrive attraverso la sua penna e i suoi occhi Auschwitz, i bimbi al suo cospetto, gli stenti, la fame e la mancanza di umanità.

“Il tempo è mio nemico, è come un animale che mi divora dall’interno.”

“Fa male morire? – non credo – E’ come addormentarsi, forse.” Sognare un mondo verde e un uccello con le piume verdi su un treno di Mangiammo l’oscurità.”

E se quei bimbi hanno adesso priorità diverse? Non più giocare, non più correre, non più leggere “A chi serve leggere? Leggere non mi farà guadagnare una buccia di patata.” Leggere non mi farà vivere, ma solo sopravvivere, mi farà solo soffrire leggere di colori, e di paesaggi verdi e spumeggianti, leggere mi farà volare ma quando aprirò gli occhi mi vedrò crollare sul suolo troppo veloce per attenuare la caduta.”

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