Recensione “Il cigno nero di Parigi” di Karen Robards

 

 

 

Parigi, 1944. La celebre cantante Genevieve Dumont è una star coinvolta in operazioni di spionaggio. Venerata dai nazisti, la sua posizione di privilegio le permette di passare inosservata come alleata della Resistenza. Ma quando la madre, con cui ha allentato i rapporti, Lillian de Rocheford, viene catturata dai nazisti, Genevieve è sconvolta. Sa che non passerà molto tempo prima che la Gestapo riesca a estorcere a Lillian informazioni chiave sull’imminente invasione alleata. Il movimento della Resistenza ha il compito di metterla a tacere ricorrendo a ogni mezzo necessario, compreso l’assassinio. Ma Genevieve non può permettere che la madre diventi un’altra vittima della guerra. Riunitasi con la sorella, deve trovare il modo di attraversare la Francia occupata senza essere scoperta: una missione estremamente pericolosa, in cui chiunque potrebbe far saltare la sua copertura, e una corsa contro il tempo scandita da rischi continui. Riuscirà a salvare la vita di Lillian?

Un romanzo coinvolgente, scenari da copertina, red carpet, la voce del cigno nero e poi ancora la guerra, la resistenza, lo spionaggio e le atrocità viste dal punto di vista dell’élite.

“Quando la cosa peggiore che possa mai capitarti è già accaduta, tutto ciò che viene dopo non ha davvero importanza.”

Genevieve, cantante famosa negli anni ’40, durante la guerra si diletta ad allietare le serate parigine e non solo con la sua voce.

Da sempre accompagnata dal suo manager, Max, si troverà ad essere protagonista di vicende paradossali e di spionaggio. Ritrovatasi poi, a distanza di anni, con la sorella, riuscirà a salvare la vita a un altro membro della sua famiglia prima che i nazisti riescano a distruggere tutto?

Un segreto, un dolore, un canto che acquieta gli animi, incubi celati sotto falsi sorrisi.

Un romanzo che nasconde tanti segreti, e le emozioni che scatena sono indomabili.

“Tu sei una civile. Tu vai. Io sono un soldato. Ti troverò. Ci puoi contare.”

firma Claudia

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