Recensione “Idem” di Koraline L.F.

Idem Stark è il frontman dei Dark Wolves, una singolare band alternative rock in giacca e cravatta, che spopola in tutto il mondo battendo record di sold-out a ogni concerto.

Il suo presente è fatto di successo, fama e tanto denaro, il passato, invece, è soffocato nei ricordi.

Ogni sua foto diventa virale, ogni suo flirt si trasforma in gossip, ogni sua dichiarazione finisce in prima pagina.

La sua faccia è sui muri dei palazzi, sui cartelloni delle strade, sui display luminosi dei grattacieli.

Il suo nome fa il giro del mondo e la sua popolarità non sembra destinata a spegnersi, neppure quando un terribile evento gli sconvolge la vita.

Devastato dall’accaduto, diventa l’ombra di se stesso.

Si nasconde al mondo, annegando i pensieri in litri di bourbon, blindato nella sua lussuosa villa di New York.

Dall’altra parte della città, nel cuore dell’East Harlem, una ragazza di diciannove anni cerca di sopravvivere e di proteggere la sua complicata e disfunzionale famiglia: una madre depressa che vegeta in un letto e sei fratelli minori.

Sahara mette da parte i suoi pochi sogni e accetta un lavoro come custode notturno al cimitero di Sleepy Hollow.

In quel luogo suggestivo, mentre spolvera lapidi e sistema fiori sulle tombe, il suo destino si intreccia con quello del cantante, fino a farle intraprendere un inaspettato viaggio nella vita dei Dark Wolves.

 

Due mondi che non potrebbero essere più diversi, due esistenze che non collimano su nessun fronte, due storie che sembrano non poter avere nulla in comune.

Eppure Idem continuerà a guidare ogni notte verso Sleepy Hollow, anche quando sarà così ubriaco da non reggersi in piedi.

Scoprirà che lei è la chiave per provare a risalire dall’abisso nero in cui è sprofondato, anche se, per riuscirci, dovrà usarla e trascinarla nel suo inferno.

È difficile ritrovare e leggere una nuova storia di un’autrice che ti ha fatto innamorare con la sua prima serie. Ho amato e odiato Mr Blake, ancora tutt’oggi rileggo alcune sue frasi, quella storia mi è entrata dentro e penso che nessun altro potrà mai prendere il suo posto d’onore.

Idem è un personaggio diverso, diverso in tutti i sensi, complicato sì, ma ha quell’alone di mistero e di incomprensione che lo investe in pieno.

È taciturno, modesto, irascibile, famoso, poeta maledetto.

Le protagoniste di Koraline dapprima si presentano fragili e poi sfociano la loro rabbia, la loro caparbietà e la loro forza.

Lei è la sfigata dell’East Harlem, lui il frontman di una band famosa. Quante probabilità hanno di incontrarsi?

Da qui una serie di coincidenze e di situazioni che porteranno Idem a fidarsi di Sahara a “usarla” come salvagente, come ancora per la sopravvivenza.

La loro voce, un inno d’amore.

La sua musica, il ritmo del cuore.

“Lei è il mio Re maggiore, il mio nuovo pentagramma tutto da scrivere”.

Non è stato un libro da leggere tutto in un fiato, oltre 500 pagine da assaporare lentamente, eppure qualcosa in questa storia non mi ha entusiasmato.

La storia è troppo centrata su Idem e, a parte qualche incresciosa situazione o qualche frase scurrile e ripetitiva da parte della protagonista “La mia vita è una merda”, sembrava che Sahara fosse una comparsa invece che la protagonista.

Il pov è alternato e questo devo ammettere mi è piaciuto moltissimo, ma alcune pagine le ho trovate ripetitive e superflue.

Non mi è sembrato lo stile habitué dell’autrice, la sua penna graffiante, le sue enigmatiche e machiavelliche trame, qui è fin troppo tutto lineare.

 

firma Claudia

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