Recensione “I segreti di Westhill house” di Jess Ryder

 

 

 

Quando ho posato per la prima volta gli occhi su Westhill House, collocata in quella posizione mozzafiato a strapiombo sul mare, ho capito che io e jack avremmo potuto vivere lì per sempre. Ero certa che con un po’ d’impegno sarei riuscita a riportarla all’antico splendore. E ristrutturando la casa avrei potuto aggiustare anche le cose tra me e Jack. Lui, però, è troppo preso dal suo lavoro… Se non fosse per Lori sarei già crollata. È venuta qui in cerca d’aiuto e di un posto sicuro in cui rifugiarsi, ma adesso sono io ad avere bisogno di lei. Mi dà una mano e mi tiene compagnia e insieme, poco alla volta, stiamo scoprendo i segreti di Westhill House. Come i disegni infantili coperti dalla carta da parati o gli appunti nascosti sotto le assi del pavimento. Ho il sospetto che Lori sappia molto più di quello che dice… La domanda è: perché?

In questo romanzo viaggiano parallelamente le storie di due donne Stella e Kay, in due epoche differenti seppur abbastanza vicine.

Stella ha ereditato una cospicua somma di denaro dopo la tragica morte dei genitori e decide di investirla acquistando Westhill house, una grande casa a strapiombo sul mare. Il fidanzato, Jack, non ama molto la decisione di abbandonare Londra per trasferirsi in quel desolato borgo inglese, soprattutto perchè devono vivere nella casa anche durante i lavori di ristrutturazione, confinati in una stanza che fa da soggiorno e camera da letto. L’arrivo di Lori, una donna ricoperta di lividi e ferite che dice di essere fuggita da una situazione di abusi familiari, mette ancora più in difficoltà il rapporto fra Stella e Jack. La ragazza, infatti, è cresciuta in una famiglia che accoglieva ragazzi in difficoltà e le viene spontaneo dare aiuto a Lori, mentre Jack vede l’arrivo della donna come un’invasione alla loro privacy, nutrendo anche dubbi sulla sua sincerità.

Stella e Jack vengono quindi a conoscenza del fatto che in passato Westhill house era stato un rifugio abusivo per donne e bimbi maltrattati e la casa mantiene intrappolati nei muri, i dolori e le sofferenze delle povere persone che la hanno abitata.

La storia di Kay invece è quella di una ragazza madre che si lascia circuire da un uomo che sembra essere il principe azzurro, per poi rivelarsi dopo il matrimonio, un orco che terrorizza e opprime la giovane moglie e la di lei figlioletta.

Westhill house sarà il trait d’union fra le vite delle due protagoniste.

Un libro emotivamente gravato dal peso delle tematiche affrontate, un’ombra che aleggia su tutta la sua narrazione. L’ho trovato leggibile ma non piacevole, mi ha creato inquietudine e amarezza: i meccanismi perversi che la vittima mette in atto per giustificare il suo aguzzino mi hanno intristito. Mi hanno sempre insegnato che è meglio stare soli che male accompagnati, ma la dipendenza emotiva ed economica di molte donne non lo consente, mettendo loro e i loro figli in grave pericolo.

Oltre alle violenze fisiche vengono affrontate anche quelle psicologiche, dove non ci sono lividi sul corpo ma nell’animo, dove la propria autostima e sicurezza vengono minate in modo altrettanto pericoloso.

Non è un romanzo di evasione, non vi lascerà col sorriso sulle labbra, ma merita di essere letto.

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