Una sera Lauren rientra nel suo appartamento londinese e ad aspettarla c’è il marito, Michael. Sembra tutto perfetto, fatta eccezione per un piccolo particolare: Lauren non è sposata. Chi è dunque l’uomo sceso dalla sua soffitta, per poi scomparire appena vi fa ritorno? È un sogno o un incubo? Una meravigliosa opportunità o l’inizio di una spirale senza fine? È di certo l’avvio di una commedia brillante che illumina la natura delle relazioni sentimentali nel nostro tempo. Una sera Lauren torna a casa dall’addio al nubilato di un’amica e trova uno sconosciuto che sta scendendo dalla sua soffitta, solo che quello sconosciuto sostiene di essere suo marito e, incredibilmente, lo è davvero. E quando quel marito risale in soffitta, ecco scendere un altro sconosciuto, e quello sconosciuto è il suo nuovo marito. E così Lauren scopre di avere una «soffitta magica», una soffitta che fa e disfa mariti, e coi mariti fa e disfa la sua vita, a ripetizione.
Cosa ne direste di una soffitta che sforna mariti e ve li cambia con un modello diverso ogni volta che ci vanno?
È quello che succede a Lauren, single, quando torna da un addio al nubilato alcolico.
Nel suo soggiorno c’è un uomo che dice di essere suo marito, ci sono foto per casa a dimostrarlo e anche sul suo cellulare le prove sono inconfutabili.
Ma quando il marito entra in soffitta, un ronzio e uno sfarfallio della lampadina creano un’anomalia e le viene restituito ogni volta un uomo diverso. Non è, però, solo il marito a cambiare ma anche l’arredamento dell’appartamento, talvolta il proprio aspetto e il suo lavoro. Le uniche costanti rimangono i vicini di casa Toby e Maryam, l’amicizia di Elena, Rob e la sorella un po’ rompiscatole.
Indecisa se credere a un intervento soprannaturale o farsi ricoverare in psichiatria, la nostra protagonista farà vari esperimenti cercando di capire il meccanismo di assegnazione.
Ci saranno così tanti mariti che Lauren metterà in atto una selezione molto critica cambiandone parecchi anche solo dopo pochi minuti, tenendone altri per qualche giorno, ma rimpiangendone solo un paio. Entrerà in un circolo vizioso dal quale trarrà insegnamenti pratici ma nessun marito papabile.
Il divertimento iniziale sfuma nell’amarezza sia per la protagonista che per il lettore, i mariti vengono trattati come carte da gioco, Lauren non riesce a trovare soddisfazione e cerca sempre di meglio, una triste metafora di come le persone e i sentimenti facciano parte del consumismo affettivo.
Narrazione in terza persona, dal singolo pov della protagonista, il romanzo scorre nella prima parte ma poi, nonostante questo tipo di genere mi piaccia molto, mi ha annoiato e intristito, il finale poi non mi ha soddisfatta per nulla.
Lascia un commento