Recensione “I bambini di Parigi” di Gloria Goldreich

 

 

 

Parigi, 1935. Un’ombra cala sull’Europa, foriera di oscuri presagi per la città di Parigi, mentre il regime di Adolf Hitler acquista potere. La giovane Madeleine Lévy, nipote di Alfred Dreyfus – un eroe ebreo della prima guerra mondiale – prende coraggiosamente parte alla resistenza e diventa la custode dei bambini perduti. Quando Madeleine incontra una bambina in un cappotto logoro con lo sguardo vuoto di chi ha assistito a orrori indicibili, una giovanissima rifugiata ebrea tedesca, è sempre più decisa a fare la sua parte. Madeleine offre ai bambini conforto mentre lavora con gli altri membri della resistenza con l’obiettivo di uscire di nascosto da Parigi verso un luogo più sicuro. Mentre la Parigi che Madeleine ama si trasforma in un teatro di tensione e di odio, molti sono tentati di abbandonare la causa. Nel mezzo dell’occupazione, il destino di Madeleine si unisce indissolubilmente a quello di Claude, un giovane ebreo combattente della resistenza. Con un futuro imprevedibile davanti a loro, tutto quello che Madeleine può fare è continuare a lottare con la massima determinazione di cui è capace.

Salvare più gente possibile, salvare i bimbi, creature innocenti di una guerra fatta dai grandi e malvagi.

Simone e Madeleine, Claude e Robert, insieme per la “paix e l’amour”.

Una storia di guerra, di sofferenza, ma anche di speranza, di rinascita, di libertà in fondo a tanta tristezza.

Due coppie, un’unica famiglia, tanto dolore per arrivare alla fine e tanti i bambini da salvare per un mondo migliore.

Siamo in Francia, l’occupazione nazista, il prelievo degli ebrei, la loro fine nei campi di concentramento. Tutto da evitare, tutto da dimenticare, eppure due giovani donne intraprendono un atto eroico per salvare almeno il salvabile e coloro destinati a morte certa.

Un libro dove la storia è parte importante ma dove il cuore è il vero protagonista.

“Vale sicuramente la pena soffrire per questa vita.”

firma Claudia

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