Recensione “Gli orfani di Varsavia” di Kelly Rimmer

 

1942. Elzbieta Rabinek ha quattordici anni e vive con i genitori adottivi e lo zio a Varsavia. È consapevole del clima di tensione che si sta diffondendo in città, dove i tedeschi pattugliano le strade e hanno imposto il coprifuoco, ma non può neanche immaginare gli orrori che si consumano nel ghetto ebraico, a pochi isolati di distanza da dove vive. Quando l’amicizia con una giovane infermiera di nome Sara le rivela la brutale realtà, Elzbieta non esita a offrire il proprio aiuto per portare al sicuro i bambini ebrei, sottraendoli ai rastrellamenti dei nazisti. Anche se ciò significa mettere a repentaglio la sua stessa vita. Roman Gorka vive nel ghetto con la famiglia. È ormai allo stremo delle forze: non mangiano da giorni e lui fa il possibile per dare una mano, ma comincia a perdere le speranze. Sua madre e i suoi fratelli più piccoli potrebbero non riuscire a resistere ancora a lungo. Così Roman si trova di fronte una scelta impossibile: consegnare la sua sorellina, ancora neonata, alle cure di una sconosciuta perché la porti fuori dal ghetto oppure guardarla morire…

 

Dopo una serie di letture dove amore e passione erano all’ordine del giorno, volevo una lettura più dura e reale ed eccomi approdata al mio genere preferito.

Ho lasciato il cuore in questo libro, tra bimbi deportati, le cruente storie di questi bimbi vittime di guerra, l’orrore della Seconda guerra mondiale, i ghetti e i sacrifici dei genitori per donare una speranza di vita e un futuro ai loro figli.

“Ho bisogno di credere che questi uomini che ci torturano abbiano da qualche parte un cuore, perché altrimenti ogni speranza è persa.”

Una possibilità di lottare, una speranza nel futuro.

“Quando vedi certe cose, cose così orribili che t’induriscono, come si fa semplicemente a tornare a esistere e basta?”

Elzbieta è la protagonista, ma non è la sola, altri bimbi e ragazzi con le loro storie riempiono le pagine e fanno lacrimare gli occhi.

Il dolore sordo e l’angoscia, la vana speranza di sopravvivenza.

Storie come tante altre, eppure ogni volta è un colpo al cuore.

Roman ed Elzbieta riusciranno a dar un senso a quel futuro incerto?

Sono bimbi con le loro storie che feriscono i cuori, bimbi con la loro speranza che danno un po’ di colore, bimbi e ragazzi che in quelle mura grigie e fredde coltivano sogni che forse un giorno realizzeranno.

 

 

firma Claudia

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