Recensione “Gioco ad alto rischio. The Enforcer” di Avery Keelan

 

 

 

Nash Richards, superstar dell’hockey, è stato il primo amore di Violet, che andava a tutte le partite della Lakeside, indossando orgogliosamente la sua maglia e tifando per lui dagli spalti. La loro storia sembrava destinata a durare per sempre, resistendo al tempo e a ogni difficoltà della vita. Ma così non è stato: Nash ha spezzato il cuore di Violet, che ha giurato di non avere mai più a che fare con lui e di non mettere mai più piede nello stadio della Lakeside. In seguito, però, per un caso sfortunato, Violet si ritrova a lavorare a stretto contatto con Nash e la sua squadra per un intero semestre. Un vero incubo. Violet sa che deve restare immune al fascino del suo ex, ma è più facile a dirsi che a farsi dato che lui è determinato a riconquistarla. Pian piano, Nash riesce gradualmente a far cadere le sue difese, mostrandosi sincero nei suoi sentimenti. Tuttavia, nasconde un oscuro segreto che potrebbe separarli e mettere a repentaglio molto più dei loro cuori…

È il classico ritorno di fiamma o, per meglio specificare e stare al passo con i tropes, è un second chance.

Nash e Violet a distanza di qualche anno si ritroveranno a condividere gli stessi spazi e, se quella storia era finita male lasciando dei rancori tra di loro, non sarà questa l’occasione di rivangare il passato e fare scenate.

Lei adesso è la fisioterapista tirocinante della squadra, lui il giocatore di punta, il passato dovrà rimanere inviolato e senza la giusta spiegazione perché qui adesso ci si gioca tutto.

Alcuni passaggi del libro sono stati abbastanza “falsi”: come fanno due ragazzi a evitarsi per ben due anni nello stesso college e poi d’un tratto sembra che il destino li metta nella stessa stanza in continuazione? Tralasciando ciò il libro è abbastanza leggibile, carino, il classico sport romance con il bello di turno e la studentessa modello; ha dei cliché insormontabili ma che la buona scrittura riesce a far dimenticare in fretta e poi, diciamocelo, il belloccio di turno fa sempre il suo effetto.

Anna

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