Recensione “End of the road bar” di Daniele Batella

 

 

 

 

All’End of the Road non si arriva per caso. È uno strano luogo, un vecchio bar nascosto nel vicolo di una metropoli, a metà strada tra una bettola e la sala di un cinema. È un locale d’altri tempi, lontano dalla frenesia delle notti di baldoria della città. Ma l’End of the Road ha anche un’anima. È questa l’unica certezza che colpisce i sette avventori che ci arrivano per caso, in una sera di aprile, condotti là da un curioso scherzo del fato. 
Penny, l’algida e imperscrutabile cameriera, li accoglie e serve loro da bere. Ma sarà il pretesto di una violenta tempesta a far avvicinare i sette l’uno all’altro, a sciogliere imbarazzi e timori prima, e a condurli in un viaggio lungo il viale dei ricordi poi. Uno a uno cominceranno a raccontare la loro esistenza, fatta di amori, gioie, dolori, segreti mai confessati e peccati indicibili. Sette vite si snodano nel flusso dirompente della memoria, svelando poco a poco le trame di un sorprendente destino.

Confesso di aver trovato la sinossi decisamente accattivante e convincente, cosi mi sono immersa in questa lettura con una bella dose di entusiasmo e di aspettative positive.

Da premettere che questa storia non è autoconclusiva e che quindi non ha un finale e bisognerà attendere il romanzo successivo.

L’idea della storia è senza dubbio originale, ma per il mio gusto personale non mi ha esaltato affatto.

Il continuo ripetere il nome del bar mi ha messo un’agitazione addosso che non posso nemmeno spiegare, ma il ripetere continuamente questa frase è stato per me un lavaggio al cervello che mi ha reso la lettura faticosa, pesante e, a tratti, irritante.

La storia si svolge in questo bar misterioso e forse avvolto in un alone di inquietudine e magia, dove i protagonisti, a causa di una tempesta, restano bloccati e per trascorrere il tempo iniziano a conoscersi e a raccontarsi.

Personaggi a volte particolarmente intensi da rendere questo luogo così remoto quasi un evanescente incubo. Bravo l’autore nel descrivere ogni minimo dettaglio per delineare la storia, la vita e la personalità dei protagonisti.

Si respira un aria pesante e le confessioni degli astanti del bar sono un confronto che può mutare il futuro destino dei presenti, inconsapevoli di avere qualcosa che li accomuna.

L’autore ha indubbiamente uno stile particolarmente cupo che può piacere o meno al lettore, la storia è particolare senza alcun dubbio, ma non è nelle mie corde, esclusivamente per la narrazione che non ha saputo conquistare la mia attenzione.

Confesso che il sapere gia dall’inizio che la storia non era autoconclusiva ha decisamente influito sull’appetibilità di questa storia.

Il menzionare ripetutamente:” end of the road ” è stato per me una tortura.

Credo il lettore debba comunque dare un’opportunità a questa storia che ha delle belle basi di originalità e intensità, perchè ciò che non mi ha colpito personalmente e probabilmente per puro gusto personale, sono certa possa attrarre e soddisfare altri lettori.

Leggerò con piacere il seguito, appena sarà disponibile, per avere un giudizio più completo e imparziale.

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