Recensione “È stato bello finché non è durato” di Beatrice Gambogi

 

Margherita, trentenne aspirante scrittrice che vive a Firenze, racconta un anno della sua tragicomica vita. Baby-sitter, cameriera e correttrice di bozze per sopravvivenza, divide la casa con due coinquilini ed è proprio uno dei due che le fa conoscere Leonardo, per il quale sviluppa una vera e propria ossessione. Mesi di fantasie, pensieri e sogni che non portano a niente di concreto, mentre la sua vita va avanti tra scrittura, amici e sbronze. Tutto cambia quando Margherita decide di installare CatchMe, una chat per incontri che le rende facile ciò che per lei è sempre stato difficile: rimorchiare. Sarà l’inizio di una serie di brevi frequentazioni che faranno emergere insicurezze e un profondo senso di solitudine, dal quale cercherà di non farsi inghiottire. Sarà l’incontro con Cristiano, uomo stranamente sereno ed equilibrato, a lasciarle intravedere quella tranquillità di cui sente il bisogno. Ma sarà abbastanza?

 

Non ho amato particolarmente questo libro, non sono entrata in sintonia con la protagonista, anzi, a mio avviso l’ho trovata molto immatura e “uccel di bosco”.

Saltava da relazione in relazione, senza essere coerente e senza mettere il cuore in quelle brevi frequentazioni.

Quando, finalmente, pensa di aver trovato l’amore, ecco che il ragazzo in questione scompare dalla circolazione e lei rincorre questo amore perduto in decine di ragazzi conosciuti in un sito d’incontro, Livio, Leonardo, Davide, Valter, e molti altri ancora.

Una ragazza, all’età di trent’anni, non realizzata a livello professionale, che rincorre l’amore senza capirne il significato.

Tutto ciò non toglie il punteggio del ritmo incalzante della lettura; infatti, continuavo a leggere per la scorrevolezza della prosa, incurante delle pagine e nella speranza di trovare quel benedetto feeling con la trama e soprattutto con la protagonista, ma, ahimè, è rimasta una vana speranza.

 

 

firma Claudia

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