Recensione “Dragos va a Washington” di Thea Harrison

 

 

 

Dragos Cuelebre, Lord dei wyr, dà una festa durante la quale deve cercare di non mutilare nessuno.

Non è così facile come sembra. Dopo i devastanti eventi dei mesi precedenti, le Razze Antiche si dirigono a Washington per promuovere la pace con l’umanità. Dragos non è conosciuto per le sue capacità diplomatiche, e deve quindi fare affidamento sulla compagna Pia, che lo aiuta a combattere la battaglia con parole e sorrisi gentili, anziché con gli artigli. Dragos è in fase d’accoppiamento, per cui è molto irascibile, e nell’aria aleggia un sentore di violenza.

Quando viene ucciso il marito umano di un’importante esponente della politica, Dragos e Pia corrono ancora una volta contro il tempo per scovare l’assassino, prima di essere accusati loro stessi del crimine.

Per i fan de Il legame del drago e Deus Machinae, questa novella delle Razze Antiche è piena di passione, pericolo, intrighi politici, e rivelazioni che cambieranno per sempre le vite di Dragos e Pia.

Dragos va a Washington apre la trilogia su Dragos, Pia e il figlio Liam. Ogni storia può essere letta individualmente, ma consigliamo ai fan di leggere i libri nell’ordine in cui sono stati pubblicati: Dragos va a Washington, Pia vola a Hollywood e Liam conquista Manhattan.

Nuova novella dal mondo delle Razze antiche e che ci mostra di nuovo Drogo come protagonista. Lo vediamo alle prese con la diplomazia e la politica e questa parte è piuttosto divertente se presa con ironia, basti pensare che se volesse Drogo li potrebbe far fuori tutti e invece gli tocca pazientare, a lui, che è un drago. A questa parte si sovrappone la passione fra lui e la moglie che ha subito un balzo di accelerazione e che infuoca le pagine. Forse sono io che fatico a veder rimescolata sempre la solita minestra ma questa volta l’autrice ho il sentore che sia scivolata proprio sulla passione che invece aveva sempre gestito a grandi livelli. Troppe scene in queste poche pagine di racconto e con termini che rasentano la banalità.

Bella, stupenda la serie in sé, ma questi racconti, pubblicati tra l’altro dopo la fine della serie, li trovo quasi inutili, peccato, perché il livello era davvero altissimo.

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