Recensione “Dove cade il fulmine” di Ornella De Luca

 

 

 

Jack Sanders ha cancellato i ricordi della sua infanzia, relegandoli in un cassetto segreto del cuore. Conosce solo Villa Sullivan, gli amici, le responsabilità del suo impiego e le ragazze avvenenti del Rose’s Paradise, il night club dove lavora come capo della sicurezza.

Eppure, fino ai cinque anni, Jack era un’altra persona.

Aveva una famiglia che lo amava e che mai lo avrebbe lasciato orfano, ma una notte finita in tragedia ha cambiato il corso degli eventi.

Niente potrebbe spingere Jack a scavare in un passato che non desidera riesumare, se non fosse per l’arrivo di un regalo inaspettato…

Andréa Dumont è esattamente come vorrebbe essere.

Ha faticato tutta la vita per diventare la donna che è: una sommelier famosa, con abiti firmati indosso, acconciature di classe e inviti per i locali più lussuosi di Seattle.

Niente potrebbe spingere Andréa a lasciare la sicurezza raggiunta, la bolla di falsità e scintillio dentro la quale si sente protetta dagli attacchi esterni, se non fosse per una lettera d’addio ritrovata in soffitta…

Nello scenario di una vecchia azienda vinicola della Napa Valley, Jack e Andréa dovranno scavare a fondo nella polvere dei ricordi per far pace col passato e sentirsi finalmente liberi.

Una colpa da espiare, un segreto inconfessabile e una scatola piena di vecchi diari saranno i fili conduttori di un viaggio negli anni ’70, nelle radici dalle quali inevitabilmente si tende a fuggire, ma alle quali ritorniamo sempre, ancor più inevitabilmente.

Come un fulmine attratto da un albero imponente.

Quarto libro di questa serie. Quarto libro che ha quel tocco in più di adrenalina. Segreti in un’antica tenuta, un remake del film “Il profumo del mosto selvatico” e tra vini, viti, lettere anonime, vecchie amicizie Andrèa e Jack riusciranno a trovare l’inganno e a scoprire il vero e grande segreto.

Una veste nuova di Ornella De Luca in questo romanzo, una veste che indossa con disinvoltura e destrezza straordinaria, in questo capitolo si ha più pathos tra i protagonisti mantenendo sempre la solita dolcezza però, si ha più dinamicità negli eventi, indagini, segreti, omicidi, inganni e tanto altro ci terranno incollati alle pagine.

I protagonisti sono agli antipodi lui il “bastardo” senza sentimenti, dannato aggiungerei.

“Brutto selvaggio, manipolatore, ciarlatano, borioso uomo delle caverne.”

Lei… Beh lei è la principessa per antomasia ma con lui… “Sei un guaio ambulante. Quel tuo odioso nasino all’insù fiuta i guai peggio di un cane da caccia.”

“Sembravi dolce e cortese con lui. Perchè a me riservi solo i tuoi modi maneschi? – Che vuoi farci? Ci sono persone che hanno il dono di trarre fuori il meglio dagli altri, altre solo il peggio.”

E una botte di mosto, un segreto da svelare, ricordi del passato che affiorano la situazione tra i due diventa incandescente, scottante e… impossibile.

“Fronte contro fronte, naso contro naso, labbra contro labbra, respiro contro respiro. Un incastro perfetto delle mie paure e delle sue sicurezze, delle mie sicurezze e delle sue paure. Il movimento di un’onda in un oceano di mosto rosso.”

Ecco che ancora una volta ti innamori dei suoi protagonisti, rotti, spezzati, senza un passato, orfani soli, dannati e non solo.

“Jack mi rendeva imperfetta e sensibile. Mi rendeva un parafulmine per ogni scarica elettrica. Eravamo noi la scarica elettrica.”

E lei invece cos’era?

“Sei un fiume in piena, una volta rotti gli argini, mi sommergi e non riesco più a raffiorare.”

Com’è il tuo cuore adesso?

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