Recensione “Diletta.Me” di Elen T.D.

Diletta ha bisogno di un agente che la aiuti a sfondare nel mondo del pop internazionale, Max deve rimettere in sesto la sua agenzia di scouting musicale travolta dal peggiore scandalo degli ultimi decenni.
Lei è ricca di soldi, ma ha zero talento.
Lui è ricco di talento, ma povero in canna.
Un connubio perfetto, almeno fino a quando non entrano in gioco un volpino di Pomerania, una manciata di segreti scabrosi, troppi haters e… l’uso improprio di una scrivania!

 

Pronti per essere travolti da una cascata di musica e diamanti?

Diletta è la rampolla di una famiglia dell’alta società: molti soldi poco talento.

È appariscente, ipnotica e non sa ricevere un no, da buona bambina viziata.

È un uragano di parole, gesti, ammiccamenti, sorrisi che stordiscono l’interlocutore.

Max è un agente musicale che ha avuto guai con la giustizia, Diletta potrebbe essere il suo riscatto per tornare alla ribalta, ma inorridisce solo al pensiero di essere collegato a qualcuno di così poco talentuoso come lei, anche se una collocazione l’avrebbe per lei: nel suo letto. Diletta annienta il suo cervello, lo bypassa mettendo in collegamento diretto bocca e parti basse, tanto che nemmeno lui riesce a credere cosa articoli la propria lingua.
Non si capacita di come, ma improvvisamente lei e il progetto diventano importanti e Max si rimette in gioco.

Sembra un romanzetto tutto sesso, musica e divertimento, ma da circa metà libro qualcosa cambia, si intravedono scenari imprevisti, segreti che entrambi custodiscono e che fanno apparire i due personaggi senza la maschera che sono soliti indossare.

Diletta l’ho adorata, dietro il suo aspetto da bambolona sexy è intelligente, furba, ma anche dolce, splendida, sensibile, vuole sempre fare la cosa giusta, cerca sempre il buono nelle persone. Ha un rapporto meraviglioso con la gente, la rispetta e non si atteggia mai da altezzosa. Lei cerca riscatto:

 

“almeno per una volta, regista della mia vita, sceneggiatrice delle mie azioni, interprete di me stessa”

 

Anche se la gente vede solo quello che lei vuole mostrare, senza rendersi conto che :

 

“… si mette in mostra per non sparire. Per non essere dimenticata quando…”

Max è rude, si comporta da bastardo, ma alla fine capitola e accetta i propri sentimenti per quel concentrato di stereotipi che ha sempre odiato. Lui ha un rapporto con la musica più profondo di quello che vuole fare intendere, e i suoi scheletri nell’armadio fanno ancora tanta paura.

 

Sono due personaggi così opposti fra loro da fare scintille:

 

“Io sono una che reagisce, si ribella, urla: io rido in faccia alla morte. Lui invece, Massi, lo puoi scalfire, intaccare, sfregiare, ma resterà comunque fermo, inamovibile come una roccia che solo un terremoto di proporzioni epiche può spostare dal suo posto. E quel terremoto sono stata io”.

 

 

Diletta è la dimostrazione che i soldi non fanno la felicità, e lo esterna senza filtri:

 

“Vi svelo un segreto: con o senza soldi…quando soffri soffri…quando piangi, le tue lacrime sono salate…se ti ferisci, sanguini…se ti innamori, ami…e se vieni tradita, il tuo cuore si spezza.”

 

Mi è piaciuto, mi ha tenuto sul pezzo, incuriosita e affascinata, è stato veramente piacevole leggerlo e Diletta mi ricorda tanto qualcuno del nostro panorama musicale…

 

Il ritmo è pazzesco, sembra di essere dentro a un reality dove tutto scorre veloce e le scene si accavallano le une alle altre. Doppio pov, doppio binario temporale: Diletta narra per lo più il presente, Max il passato; un brano musicale evoca le emozioni di chiusura di ogni fine capitolo.

Il finale lascia aperta una porticina per un seguito o, meglio, un epilogo ampliato.

Consigliato!

Anna

firma Claudia

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