Recensione di “Perfect Strangers” di Runny Magma

 

 

 

 

 

 

Un gay musical. Una metal band. E due uomini più simili di quello che pensano…

Una compagnia teatrale sta allestendo uno spettacolo che racconta in musica una storia d’amore tra due ragazzi. Andrea, in qualità di regista e interprete, ci sta mettendo tutto se stesso, anche perché potrebbe trattarsi dell’occasione giusta per continuare a fantasticare su Samuele, il rocker piovuto nella compagnia solo per migliorare l’interpretazione e la presenza sul palco. I due mondi appaiono lontanissimi. Samuele non solo è rozzo e scontroso, ma pure sciupafemmine. E questo dovrebbe togliere ogni speranza ad Andrea, se non fosse che Samuele comincia a provare un certo gusto nello studiarsi la parte…

Recensire questo libro ammetto che mi mette un po’ in difficoltà, poiché mi è piaciuto molto, ma la presenza della tematica delle relazioni abusive – e soprattutto il modo in cui tale tematica viene affrontata – mi ha lasciato un po’ turbato. Il romanzo presenta le caratteristiche che già abbiamo visto in altri libri di Runny e che ho apprezzato molto, come nelle letture precedenti. Mi è piaciuta molto l’ambientazione della piccola compagnia teatrale e come Runny abbia dato l’idea che quella compagnia non fosse solo un luogo fisico o un gruppo di persone, ma un ibrido tra le due cose, una sorta di armonioso cuscinetto tra la realtà della vicenda e la storia narrata nello spettacolo. Allo stesso modo, le linee di confine tra Andrea e Samuele diventano più sfumate, mentre piano piano la realtà invade il palcoscenico e viceversa. Colorate e vivaci le descrizioni dei luoghi in cui i nostri protagonisti agiscono, tant’è che ti sembra davvero di essere accanto a loro, dai locali di Torre del Lago, frequentati dalle più sgargianti figure, tra cui quella del cavallerizzo folle – di cui noi vogliamo assolutamente sapere qualcosa di più, vero? – al festival di musica metal, alla casa nella nonna di Samuele. Ho trovato interessante il personaggio e la storia di Andrea, mentre il personaggio di Samuele non mi ha fatto impazzire. Alcune sue scelte, alcuni suoi atteggiamenti, il modo in cui a tratti la sua figura si confondeva con quella di Massimiliano – che, appunto, introduce la tematica delle relazioni abusive – proprio non mi sono andati giù ed è un vero, vero peccato, perché si potevano gestire alcuni passaggi di trama in modo diverso.

 

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