Recensione di “LE CICATRICI DELL’ODIO” di Claudio Battaglia

 

 

 

 

 

 

 

Silvia è una ragazza semplice, di Latina, che ha smesso di credere nell’amore, semplicemente perché l’amore l’aveva delusa. Non crede nell’amore anche quando incontra Matteo, pazzo di lei, sempre gentile, dolce, innamorato follemente… fino al punto da spingersi oltre, troppo oltre. Questa storia ci fa riflettere, ci dice a caratteri cubitali che non tutti sanno amare nel modo giusto; ci dice anche che prima o poi la ruota gira per tutti e per Silvia la ruota avrà un nome: Gennaro.

Sono molto combattuta su questa recensione perché da un lato mi è piaciuto, gli argomenti trattati sono forti, attuali e importanti, dall’altro lato non ho apprezzato il finale e ho trovato la scrittura un po’ datata.

Mi spiego meglio. Il romanzo ci parla di Silvia, una ragazza come tante che vive in famiglia, ha avuto una lunga depressione dopo l’abbandono del fidanzato che l’ha tradita con la sua migliore amica e che le ha lasciato diverse conseguenze oltre al crollo nervoso, fra le quali la paura di amare ancora e di fidarsi. L’incontro con Matteo su un sito internet non è dei migliori, fin dall’inizio la ragazza è restia a fidarsi e a lasciarsi andare e quasi si fa trascinare dagli eventi che precipitano nel giro di pochi mesi con conseguenze drammatiche. Credo che in questa prima parte sia stata analizzata molto bene sia la difficoltà di Silvia nel rimettersi in pista, sia la sua reticenza nel lasciarsi andare, così come d’altro canto la facilità per una persona fragile di finire fra le grinfie di un potenziale psicopatico. L’unica nota negativa, ma è un parere totalmente soggettivo, è la scrittura che non è al passo coi tempi, l’ho trovata lenta e un po’ datata, ma è lo stile dell’autore quindi tralascio altri giudizi.

Da qui in avanti non posso spoilerare o toglierei al lettore il piacere di conoscere come si articola la storia che è ricca di colpi di scena, quasi sempre drammatici e purtroppo realistici. Tuttavia non ho apprezzato il finale, non amo le vendette e la violenza anche se posso capirne i motivi, inoltre alcune scelte e alcune circostanze come l’incontro con Gennaro e successivi sviluppi della storia mi sono sembrati forse troppo forzati, ma rimane comunque un parere soggettivo anche in questo caso.

Nel complesso è un buon libro.

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