«Tu non hai proprio idea di quanto mi consumi».
Ludovica ha diciassette anni, una testa sulle spalle e qualche sigaretta di troppo al giorno. Precisa e ordinata, non transige sulla maleducazione e attecchisce chiunque osi sbarrarle la strada con quella sua lingua velenosa.
È una che sa farsi notare, Ludovica, per via della sua faccia tosta e quegli occhi di mare che la contraddistinguono, e questo Lorenzo lo sa bene.
Lui, Ludovica, l’ha notata eccome.
Ma Lorenzo Castelli è tutt’altra storia, un vero e proprio guaio che cammina: ha diciannove anni, tre bocciature alle spalle e ancora deve capire la differenza tra l’italiano e il dialetto romano.
Eppure… c’è quell’eppure.
Perché sullo sfondo di una Roma eterna, dove il liceo classico Giosuè Carducci si divide fra centrale e succursale, Ludovica e Lorenzo, a causa di forze maggiori, finiscono in classe insieme e, all’improvviso, separarli diviene quasi impossibile.
Quasi.
Dopotutto Ludovica è pur sempre la figlia di Damiano Mancini, lo stesso brigadiere che ha giurato di rovinare la vita a Lorenzo, ma è anche tutto ciò che quest’ultimo ha sempre voluto.
E si sa, un coatto non è mai disposto a mollare.
Sicuramente, cari lettori, questo libro per me sarà indimenticabile. Oltre che per il luogo dove si svolge la storia di oggi, “ROMA” , la cui magia ne fa da cornice, i versi, il dialetto stretto, mi sono sentita chiamata in causa e presa per mano dalla trama, dal sapore dei ricordi d’infanzia quando, con gli amici del liceo, passavano a decidere e discutere con quella calata particolarmente pregna di leggerezza e romanità che mi ha portato a leggere velocemente quasi ad occhi chiusi e beati!
Bravissima ,insomma, l’autrice che comunque ha creato dei personaggi, Lorenzo e Ludovica, ben caratterizzati, opposti ma complementari, da amare a prima vista. Almeno per me è stato così.
Gli amici che contornano la coppia sono veri e presenti per vivere ogni situazione felice o meno.
Dal titolo pensavo che fosse un libro drammatico mentre invece è un romanzo dolce, speciale e con il lieto fine. pensate a cosa ho provato quando leggevo in romano, all’inizio neanche ci ho fatto caso, poi una risata e ho continuato… Bello, bello.
Consiglio a chi ama il genere che ho descritto.
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