Recensione “Devil’s Gate” di Thea Harrison

 

 

 

 

Quando scocca la scintilla tra una medusa e un vampiro, non c’è scampo né per gli uomini, né per le donne e tantomeno per i serpenti…

Come medico legale, la medusa Seremela Telemar si è sempre sentita più a suo agio a chiacchierare con un cadavere che con un drink in mano. Ma quando Vetta, la sua ribelle nipote, decide di andare a Devil’s Gate, una città senza legge che è spuntata da un giorno all’altro a causa di una moderna corsa all’oro, sa che deve tirarla fuori di lì prima che la ragazza si metta nei guai. Sebbene sia fiduciosa nell’abilità dei suoi serpenti di difenderla dagli attacchi, Seremela è po’ nervosa al pensiero di dover sfidare da sola il moderno Wild West.

Il vampiro Duncan Turner non ha intenzione di lasciare che la sua collega affronti in quel caos da sola. Il suo potere di vampiro e la sua fama di avvocato lo rendono l’alleato perfetto, e il fatto che abbia già messo gli occhi su Seremela per ragioni… più personali, non è certo un male. Comunque, qualsiasi pensiero romantico scompare quando arrivano a Devil’s Gate e apprendono che Vetta verrà impiccata all’alba.

Per salvare Vetta e loro stessi, Seremela e Duncan dovranno combattere il fuoco con la forza e la magia con le zanne. E dovranno pregare di uscire vivi da Devil’s Gate.

Ci troviamo di fronte all’ennesimo racconto dell’autrice, che lega i romanzi più corposi uno all’altro, o meglio tiene incollati i lettori in attesa del piatto principale. Bello è bello, perché l’autrice scrive divinamente, il fantasy romance è sicuramente il suo elemento e difficilmente sbaglia un colpo, però alla lunga tutti questi racconti che allungano una minestra di per sé molto buona, iniziano a stancarmi. Osservazione soggettiva sicuramente.

Veniamo agli elementi oggettivi.

La scrittura, come detto, è di alto livello, fluida e scorrevole, coinvolgente, brillante, dinamica, insomma quello che serve in questo tipo di letture e che permette di divorare i libri uno dopo l’altro.

I personaggi sono sempre interessanti e ben definiti, in questo caso facciamo la conoscenza di una medusa schiva e solitaria, Seremela, donna che ha molto da dire e da dare, ma che spesso preferisce viaggiare in solitaria per non soffrire troppo, e di un vampiro/avvocato rampante, Duncan. Come spesso accade nei libri della Harrison, i protagonisti sono molto diversi fra loro, ma qualcosa di inspiegabile li attira uno verso l’altro e li lega per la vita.

La storia è intrigante e intricata ma, come detto all’inizio, anche troppo corta e veloce, al punto da non permettere al lettore di entrarci dentro a piè pari e affezionarsi ai personaggi.

Comunque è sempre un piacere leggere questa autrice.

Consigliato!!!

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