Recensione “Dell’Amore e della spada: Beatrice e Giuliano AD 1513” di Giovanna Barbieri

 

 

 

 

 

Da sempre amante delle erbe mediche, la nobile Beatrice Genga stringe amicizia con Edmundo e Clorinda, eretici e speziali di Assisi. L’Inquisizione incombe e gli eretici fuggono a Roma, portando con loro Beatrice.
Per seguire i suoi sogni, anche Giuliano Cacciaguerra si dirige nella Città Eterna. Nonostante Beatrice s’innamori a prima vista del giovane, lo respinge, evitando così che lo spellano scopra i suoi segreti e quelli degli amici.
In una Roma rinascimentale, dove convivono artisti, inquisitori, maestri d’arme e soldati di ventura, il fato deciderà le sorti dei due innamorati e degli eretici.

 

Chi ama la Barbieri si troverà perfettamente nel suo elemento leggendo anche questo suo romanzo.

Sempre “sul pezzo” per quanto riguarda usi costumi ed ambientazioni, riesce a far entrare il lettore nella storia raccontata.

Beatrice Genga, di famiglia aristocratica, fugge dal convento dove la famiglia l’ha destinata per andare a Roma insieme alla famiglia di speziali eretici suoi amici. Donna intelligente e determinata, come tutte le donne dell’autrice, dovrà ambientarsi ad una vita più modesta pur di seguire i suoi sogni.

Durante il viaggio incontra Giuliano Cacciaguerra, anche lui in fuga dal destino di una vita monastica, e il colpo di fulmine incombe su entrambi. Giuliano è un ragazzo degno del termine di “cavaliere dall’armatura lucente”, così come se lo immaginano le fanciulle nei loro sogni: bello, coraggioso e sincero.

I loro destini si intrecciano in più di una occasione e la vita li porterà ad affrontare ostacoli e pericoli.

Non dono a questo testo il pieno dei voti perché la narrazione si interrompe troppo bruscamente e il lettore rimane con un senso di incompiuto.  Giovanna preparaci un seguito!

Recensione: 

Editing: 

 

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