Recensione “Delitto all’imbrunire” di Filippo Di Pino

 

 

 

In una calda sera d’estate, due colpi di lupara sconvolgono la quiete di Aidone, un pittoresco paese nelle vicinanze di Enna. Perché un semplice allevatore viene ucciso a sangue freddo? Che relazione c’è tra i furti di bestiame accaduti in zona e una società internazionale che acquista capi da inviare nei paesi arabi? E l’assicurazione locale, che ruolo ha in tutto questo? L’indagine serrata del capitano Calì rivela scenari e verità che mettono in luce un sottobosco nemmeno lontanamente immaginato. Una sorta di scatole cinesi, con imprevisti, colpi di scena e una sorprendente soluzione finale.Un romanzo appassionante e un investigatore che saprà farsi amare. Immersi nei vicoli di Aidone, tra i suoi monumenti, i panorami, la cucina e la sua gente, saremo testimoni del dipanarsi di una storia che varca i confini non solo della Sicilia ma dell’Europa intera.

Da amante di Camilleri e del suo e nostro Commissario Montalbano non potevo non leggere questo giallo di ambientazione siciliana. Ci troviamo ad Aidone, un paesino nell’entroterra siciliano, in provincia di Enna, un luogo dove, a parte qualche furto e poco altro, non si registrano altri crimini, fino a che una sera, all’imbrunire, non viene perpetuato un violento omicidio. Inutile dire che il maresciallo dei carabinieri non si senta all’altezza di svolgere le indagini e il caso venga affidato al capitano Tano Calì del nucleo di Enna.

Ho apprezzato molto il personaggio del capitano, perché è stato sviluppato in maniera realistica, come piace a me, gli investigatori che arrivano e sanno tutto da telefilm americano non fanno per me, invece Tano è una persona molto intelligente e capace ma anche umile e, pian piano, grazie al suo intuito e alla sua esperienza, riesce a risolvere il caso.

Il ritmo risulta serrato già dalle prime battute ed è tutto un crescendo ricco di colpi di scena. La scrittura è veloce ed essenziale, ma molto coinvolgente.

Consigliatissimo!!!

firma Claudia

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