Recensione “Criceti” di Emily Hunter

 

 

 

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Un suono che si perpetua, ossessivo, cadenzato, paranoico, calmo e lento come la pioggia autunnale che all’imbrunire gocciola dal tetto di un pergolato, scandisce il tempo di Criceti di Emily Hunter.

Una storia angosciante nella quale la violenza fisica diviene metafora di quella psicologica, perché l’impedimento a esercitare il proprio libero arbitrio e di conseguenza la legittima e inviolabile volontà d’inseguire i propri sogni, ha sulla psiche gli stessi terribili effetti e le stesse conseguenze che le più atroci sevizie hanno sulla carne. • Dalla prefazione di Luciano Dal Pont •

 

“CRICETI”, racconto presente nella raccolta di autori vari FENOMENI è ora riproposto in un’edizione speciale per la collana I libri del cuore di Progetto Parole.

I proventi derivanti dalle vendite di questa nuova versione digitale e cartacea saranno devoluti al Centro antiviolenza Associazione Olympia De Gouges Onlus di Grosseto.

Ho letto molto di Emily Hunter perché mi piace il suo stile crudo che spesso, anche con cinismo, arriva dritto al punto e lo fa trascinandosi dietro tutto ciò che incontra sulla sua strada.

E qui, dove ogni pagina, ogni riga, ogni singola parola è una pugnalata al cuore, raggiunge il suo apice.

Vuole denunciare la brutalità di uno stupro? Bene, non usa mezze misure, mette in campo un’armata di atrocità che lasciano senza fiato, per imprimere bene nella mente di ogni uomo e di ogni donna che subire violenza è un abominio, priva la vittima della dignità, la libertà, la fiducia, il pudore, la lucidità, la speranza. Toglie tutto, e nulla può cancellare lo scempio subito, nessun detersivo dell’anima può ripulire la macchia creata. Non si cancella, non si dimentica, non si redime.

Un libro da leggere!!!

 

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