Recensione “Come Un’Alluvione” di Alexis Hall

 

 

 

 

 

Sono passati dodici anni da quando Edwin Tully è arrivato a Oxford e si è innamorato di Marius. Un uomo brillante. Un artista. Qualcuno con cui condividere il resto della vita.
Ma dieci anni più tardi, la loro storia è giunta al capolinea.
Ora Edwin vive da solo nella casa che un tempo aveva diviso col suo partner. Si occupa di dare nuova vita a vecchi libri e memorie sbiadite, cercando di costruire un futuro coi frammenti del passato.
Ma a un tratto il tempo cambia, e il fiume irrompe nel tranquillo mondo di Edwin, portando con sé Adam Dacre, dell’Agenzia per l’ambiente. Questo sconosciuto dalle mani ruvide e con ai piedi un paio di stivali consunti è un alquanto improbabile cavaliere dalla scintillante armatura, ma lascia intravedere a Edwin la speranza di qualcosa che credeva perduto per sempre.
E quando i due impareranno a conoscersi, lottando contro l’imminente inondazione, Edwin scoprirà che non è possibile proteggersi da ogni cosa… e che a volte non vale nemmeno la pena tentare.

La trama si svolge durante l’alluvione che coinvolse la cittadina di Oxford.

Il protagonista si è costruito una sua routine di parole e solitudine dopo l’abbandono del suo compagno.

Sua unica ancora con la realtà è una vecchia vicina che lo tratta come un figlio.

Il libro, è suddiviso in capitoli che hanno per tema una stanza della casa, ed è dal titolo che parte il filo dei pensieri del protagonista.

La storia fa fatica a partire, farcita di citazioni e aneddoti, e lascia il lettore sul più bello…

 

…  Ma quando l’uomo parlò, nel suo tono trovai solo calore, profondo

come la sua voce, e l’accenno roco e vellutato di una risata. Il genere di

risata che preferivo, quella rivolta a nessuno in particolare. Una risata che

era lì per il gusto di esserci, come la carezza di un amico, o di un amante.

«Ti sorprenderebbe scoprire cosa può fare un uomo con un po’ di

sabbia,» replicai io.

«Mpf.»

«Saremo qui ogni giorno per tutto il giorno. Per cui, se avete bisogno

di qualcosa, fatecelo sapere.»

«Mpf.»

«E la cosa vale per tutti quelli che vivono in zona. Siamo qui per dare

una mano.»

Lo sapevo. Sapevo che mi stava fissando. Ma non riuscii a ricambiare

lo sguardo. (cit.)

 

Il mio giudizio non è ne positivo ne’ negativo.

E’ una lettura che ti fa arrivare all’ultima pagina e pensi … e poi? Non può finire così!

Il finale c’è, è molto intuitivo, ma viene distratto dalla pubblicazione della ricetta di un distillato di cui il protagonista ha dichiarato essere molto bravo a fare in casa…

 

Sensualità: 

Recensione: 

Editing: 

 

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