Recensione “Beginning from Zero” di Elle Grimmie

 

 

 

 

La vita, a volte, richiede sacrifici.
Lo sanno bene Zero, Neon, Chaz e Dean, cresciuti in un orfanotrofio, abituati a comportarsi come cani randagi, dove colui che morde più forte, sopravvive.
Quattro giovani uomini, sullo sfondo un quartiere di periferia malfamato e poche alternative di vita.
Ormai rapinare piccoli negozi non basta più, serve altro, un colpo grosso, una svolta.
La svolta si presenta una notte, sotto forma di ricci capelli color fuoco, occhi verdi e una cascata di lentiggini.
Un rapimento, una richiesta di riscatto, tutto sarebbe andato per il meglio, nessuna complicazione, liscio come l’olio.
Già, se non fosse stato per i sentimenti…
Due mondi totalmente opposti che arrivano a scontrarsi ed incastrarsi, così differenti eppure simili: quello del venticinquenne Zero Vladislav, fatto di furti, gang rivali e vecchi rancori, e quello del diciottenne Tristan Holden, fatto di soldi e oggetti di valore, ma privo di affetto, colmo di solitudine e tristezza.
Possono due cuori ricoperti di cicatrici, curarsi a vicenda?

“Zero era bello da guardare, da osservare in ogni dettaglio, come un libro che ha bisogno di essere letto almeno due volte, per essere capito davvero”.

Nonostante i protagonisti siano bad boy, ma di quelli veri, che maneggiano coltelli, che sanno come uccidere o come sopravvivere alle violenze fisiche, la trama ci racconta di un amore grande, viscerale, di quello che fa tremare, che attorciglia il cuore e toglie il respiro. Un amore dolce in un crescendo di sentimenti, non un vero colpo di fulmine, non un’esplosione di passione o amore, ma un graduale avvicinamento di cuori. Ed è quello che contraddistingue questa trama e che mi ha fatto apprezzare il modo in cui la scrittrice ci conduce lentamente alla scoperta delle loro emozioni.

“«È stato bello toccarti…» spiegò, trafiggendolo con quello sguardo tremendamente profondo e vero. Tristan, abbassando per un istante gli occhi, sentì le guance andare a fuoco, ma fu questione di un attimo, perché poi tornò a fronteggiare Zero, cercando a tutti i costi di reggere il confronto con quello sguardo tanto potente, lasciandosi risucchiare.

«Puoi toccarmi, se vuoi…» sussurrò, stringendo un labbro tra i denti. Zero sorprendendo il minore, sbuffò una risata, scuotendo il capo, come se quanto detto da lui fosse semplicemente assurdo.

«Tutto quello che tocco finisce con l’essere distrutto.» replicò tornando serio. E Tristan lo vide di nuovo, quel muro invalicabile che veniva tirato su da Zero non appena lui tentava di avvicinarsi…”

Zero Vladislav, un ragazzo cresciuto in orfanotrofio, dai glaciali occhi azzurri e con un cuore murato ai sentimenti se non fosse per quelli che prova per i suoi “fratelli” Neon, Chaz e Dean. Sentimenti di appartenenza, di protezione in un mondo fatto di piccoli furti, in un quartiere di periferia malfamato, che non offre alternative di vita. Tristan Holden un diciottenne ricco e benestante che vive la sua triste esistenza senza affetti, con amici di convenienza e un padre totalmente assente. I loro mondi collidono, si incastrano e non riescono a lasciarsi più. Diametralmente opposti, ma proprio per questo perfetti insieme.

“Zero era bello da guardare, da osservare in ogni dettaglio, come un libro che ha bisogno di essere letto almeno due volte, per essere capito davvero.

Ed era quello che Tristan stava cercando di fare, tentava di leggerlo meglio che poteva, ascoltando i suoi racconti, facendo domande sul loro passato, sull’orfanotrofio, su ciò che avevano dovuto fare per sopravvivere.”

Mi è piaciuta la caratterizzazione e la relativa crescita interiore di Tristan, così indifeso all’inizio, ma che si ritrova a dover affilare le unghie se vuole sopravvivere a quel mondo fatto di coltelli, pistole e violenza. E lo fa, per amore, riesce a tirare fuori un temperamento fatto di forza e determinazione. Di contro invece Zero, così autoritario, così stabile e così affidabile trova in Tristan il suo tallone d’Achille, lo rende vulnerabile ed è per questo che all’inizio cerca di allontanarlo. Un’altra cosa che ho apprezzato in questa lettura è che non si limita alla sola storia d’amore tra i due ragazzi, ma c’è un filone crime story ben studiata, che racconta di gang rivali che si fronteggiano senza esclusioni di colpi. È come se il lettore si trovasse in un labirinto a risolvere indovinelli per arrivare alla fine, solo che trovata la soluzione di uno, ecco che ne arriva subito un altro a tenere viva e alta l’attenzione. Come dicevo prima è una trama che io di solito definisco corale, perché sono rappresentate figure secondarie che sono parte fondamentale della storia, ovvero Chaz, Neon e Dean.

“Zero aveva lottato con tutte le sue forze per difendere ognuno di loro, in qualsiasi momento, che avessero torto o ragione, che fosse contro ad una persona o che fossero in sei contro di lui. Non aveva mai permesso a nessuno di arrivare a Neon, Chaz e Dean, e quando qualcuno per puro caso era riuscito a far loro del male, in qualche modo, Zero aveva sempre trovato il modo di vendicarsi, facendo passare a chiunque la voglia di avvicinarsi ai suoi fratelli, alla sua famiglia.”

Mi piace sempre quando leggo di questi legami, di ragazzi che si spalleggiano, che si sostengono e si supportano, della forza che riesce a sprigionare questo senso di appartenenza pur non avendo lo stesso sangue. Le scene di sesso sono poche, la scrittrice, secondo me ha preferito mettere in evidenza la parte sentimentale e devo dire che c’è riuscita con maestria. Nell’unica scena intima veramente importante, non c’è un linguaggio forte e le emozioni provate dai protagonisti si percepiscono a pelle: c’è amore, passione, e sentimento, tutto quello che fa battere il cuore. Poche parole ma molti sguardi. Un’unica pecca a mio parere, ma è più un mio limite, ovvero quello della scrittura in terza persona: mi sembra sempre di assistere dal di fuori a quello che succede, di non entrare davvero nella trama, di non far parte della storia. Comunque tirando le somme, ho trovato questo libro diverso dai soliti, originale, e se vi aspettate un “tutto e subito” non è il libro per voi, al contrario è come una calda coperta di lana che ti avvolge e ti rassicura, accompagnandoti alla fine con tenerezza, sviscerando la sensibilità dei protagonisti. Avrei anche preferito un finale un po’ più dettagliato, ma racconta comunque alcune cose che non dovevano essere lasciate in sospeso.

BARBARA M

ELEONORA

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