Recensione “Bambina n. 37” di Christian Galvez

Nella Firenze occupata dai nazisti, c’è qualcuno che si batte per proteggere vite innocenti e mettere l’arte al sicuro

2019. Hannah, studentessa di psicologia a Firenze, alla notizia della morte della nonna è costretta a tornare in Spagna. Mentre sistema gli effetti personali della nonna – da cui ha preso il nome di battesimo – scopre tra le carte un documento d’identificazione delle SS con su scritto: “Hannah, bambina numero 37. G. Wolf”. Che cosa lega il passato di sua nonna ai nazisti? Quali segreti le ha nascosto per tutti questi anni? Hannah scopre che G. Wolf sta per Gerhard Wolf, il console tedesco di Firenze durante la seconda guerra mondiale. Di ritorno in Italia, decide così di mettersi in contatto con la famiglia Wolf, per scoprire la verità.

1944. Quando Roma viene liberata, i nazisti inaspriscono la stretta su Firenze e viene permesso a squadroni della morte di scorrazzare liberamente per la città uccidendo e torturando le persone a loro piacimento. Ma c’è qualcuno che ha deciso di non piegarsi alla disumanità degli anni più bui della storia…

La vera storia di Gerhard Wolf, il guardiano di Ponte Vecchio. Se passate da Firenze dopo aver letto il libro, la vedrete sicuramente con occhi diversi, ve lo assicuro.

Amante dell’arte, protettore delle cose belle, di quei quadri che parlano di storia, di quei dipinti che racchiudono l’anima, ecco la vera storia di Wolf e del suo ponte.

Una vera storia che ha lasciato le sue tracce, che ha lasciato superstiti, che ha donato la vita.

Due epoche, due donne, una l’erede dell’altra e una storia da scoprire, la vera storia della nonna.

Tra la Spagna e l’Italia il romanzo si snoda in verità difficili da accettare, un passato da dimenticare e quella parte di storia da portare agli occhi e alle orecchie dei posteri.

“La storia di mia nonna era la mia storia.”

Preservare la memoria, contemplare l’arte e conoscere la storia.

Fondamentali step per affrontare il futuro, vivendo un presente seppur incerto.

“Hannah, bambina numero 37. G. Wolf.” Un messaggio su un libretto delle Forze Armate naziste. Un biglietto, un numero, un nome, una storia.

Una criminologa, una psicologa e l’amore per l’arte della Firenze che fu nazista per parecchi anni, la storia verrà svelata e gli occhi increduli per tanta crudeltà ma con un cuore colmo di riconoscenza per tanto coraggio.

Un libro che mi ha fatto fare un giro nell’arte fiorentina e mi ha fatto conoscere la vera storia di quel ponte dove non si sogna solamente ma si ricorda chi ha donato la vita.

firma Claudia

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