Recensione “Baciami sotto il cielo di Parigi” di Catherine Rider

 

 

 

 

 

Serena è pronta per partire: trascorrerà le vacanze di Natale con la madre. La prima tappa è a Parigi, insieme alla sorella, per ripercorrere i luoghi della luna di miele dei genitori. Una vacanza all’insegna del romanticismo puro! I problemi iniziano quando sua sorella la pianta in asso, per salire su un aereo diretto a Madrid con la sua nuova fiamma, affidando Serena alla compagnia di un completo estraneo. Neanche Jean-Luc è particolarmente felice all’idea di dover fare da baby-sitter a una turista americana. Ma ormai si è offerto di ospitarla e non può tornare indietro. Decisa a rispettare la tabella di marcia che aveva pianificato, Serena trascina Jean-Luc in lungo e in largo per la città a ritmi serrati. Lui, però, ha un’idea ben diversa di che cosa significhi godersi la bellezza di una città. Preferisce improvvisare, perdersi, camminare lentamente. E trovare il tempo di scattare foto. Tra bisticci, litigi e incomprensioni, il viaggio rischia di trasformarsi in un inferno per entrambi… Ma la magia di Parigi ci mette lo zampino. E, forse complice l’atmosfera natalizia, due spiriti quasi opposti scopriranno di attrarsi più che mai.

Il romanzo presenta una prosa semplice, lineare e abbastanza scorrevole che facilita, appunto, lo scorrimento del libro e la magica descrizione del paesaggio natalizio è una bellissima cornice per i protagonisti, per non parlare di Parigi, da sempre capitale indiscussa del romanticismo, ma…

Personalmente la storia non riesce a scaldarmi il cuore, non ho visto quello slancio di romanticismo, che dal titolo sembrava ed ero sicurissima di trovarlo.

La storia si svolge in poche più di ventiquattro ore, il che presuppone un bel colpo di fulmine, ma questo improvviso amore sembra un po’ forzato, a tratti sembrava che l’autrice ci inculcava questo slancio d’amore.

Non ho avuto il batticuore, nè ho sognato quel bacio sotto il cielo di Parigi, però la storia merita per la crescita umana dei protagonisti, Serena per l’elaborazione del lutto e Jean-Luc per l’accettazione della malattia del nonno.

Lo consiglio per una lettura semplice e non impegnativa.

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