Recensione “Acque del Bosforo Acque del Piave” di Elsa Zambonini Durul

 

 

 

Acque del Bosforo Acque del Piave – L’archetipo di Caino e Abele, dove Abele è una sorella scomparsa. E poi c’è Isabella anche lei svanita nel nulla quarant’anni prima. C’è un legame fra le due sparizioni? Lisa si trova a confrontarsi con questo dilemma quando Caino decide di nascondersi in casa sua. La protagonista (di Lo stivale d’oro di Istanbul e di Istanbul – il viaggio sospeso) deve contemporaneamente misurarsi con le gioie, ma anche i molti dolori che il suo compagno, il turco Emre, le procura. Al nucleo thriller si interseca un tessuto narrativo incentrato su fratellanze e genitorialità difficili e sofferte, legittime e illegittime di una madre e di un padre non accettati dai rispettivi figli che a loro volta sono lacerati da sentimenti contrastanti fra loro.Sullo sfondo della vicenda, scura e inquietante, incombe la diga del Vajont con una rinnovata narrazione di sventura.

Dopo lo stivale d’oro di Istanbul e il viaggio sospeso, Lisa ci porta ancora a sognare tra i vicoli di Istanbul, le sue acque a metà tra Europa e Asia e il palazzo Topkapi, a fare i conti tra una cultura ancora patriarcale e la libertà di noi donne europee.

Lisa, che abbiamo conosciuto ed amato per la sua testa dura, per voler tenere alta la bandiera delle donne e della nostra libertà, fa un continuo braccio di ferro con Emre, suo marito di ancora corte ed antiche vedute.

Anche questo capitolo è un thriller, due ragazze sono sparite: Isabella nel 1963, che ci catapulta tra le vicende della diga di Vajont, ed Emma, trascinando tutta la famiglia in una spirale di rapporti lacerati e sentimenti contrastanti. La storia è molto scorrevole e ricca di descrizioni e dettagli, molto avvincente, al limite del giallo. Lo stile di Elsa è sempre vivace e ricco di misteri.

Spero che per la nostra Lisa non sia l’ultimo capitolo anche perché sogno il giorno in cui riesca a cambiare Emre.

firma Claudia

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