Buongiorno Laura e benvenuta nel nostro salottino virtuale delle interviste
A differenza delle altre Ladies della Collection che già conosco, tu sei per me un’ autrice nuova e sappi che ho gradito moltissimo il tuo nuovo romanzo “I dolori della giovane Lottie” della Royal Ascot scandals edito da Words edizioni.
- Raccontami un po’ di te, ho visto che hai scritto sia romanzi contemporanei che storici, dove ti senti più a tuo agio?
Intanto grazie mille per questa bellissima opportunità, è un vero piacere poter collaborare con te! Diciamo che non c’è un “tempo” in cui mi sento più a mio agio, né un genere che prediligo (anche se sono più che consapevole di non essere in grado di scrivere un giallo, la mia mente è troppo disorganizzata!). Mi piace moltissimo giocare con le parole e adattarle all’epoca e al contesto, ma anche plasmarle a seconda del vissuto dei personaggi, indipendentemente dal periodo storico. Sicuramente nel contemporaneo mi sento più ”libera” di sperimentare, ma non per questo lo storico è meno emozionante. Anzi!
- Dietro ad un romanzo storico c’è molta ricerca, in questo progetto congiunto come è stato, ognuna ha fatto per il proprio o c’è stato un lavoro di squadra?
È stato un lavoro di squadra, assolutamente. Ci siamo confrontate su ogni aspetto, quelli inerenti alle nostre storie (intrecci, luoghi in comune, personaggi che “viaggiano” da un romanzo all’altro), ma soprattutto quelli riguardanti l’epoca, il contesto storico, la società inglese e Ascot, naturalmente. È stato un progetto stimolante che mi ha arricchita moltissimo, soprattutto perché per me è stato il primo approccio con il Regency e avevo molto da imparare dalle altre.
- Il tuo romanzo sfiora e si interseca a volte con la trama di quello di Juls, com’è stato il processo? Avete deciso preventivamente come sarebbe stato o leggendo il suo hai trovato dei passaggi dove agganciare la tua trama?
La mia Amy del cuore! Io e Juls abbiamo costruito insieme l’amicizia tra Amy e Lottie, scambiandoci duecentomila vocali al giorno, creando dialoghi su whatsapp e risolvendo problemi di trama con un semplice: “ho bisogno che tu venga a cena da me” oppure “posso venire a casa tua dopo il ballo?”. Proprio come Lottie e Amy io e Juls siamo amiche e siamo in sintonia praticamente su tutto. Adoro la sua scrittura e la sua immaginazione, è stato perciò meraviglioso riuscire a creare i collegamenti tra i nostri romanzi e i momenti insieme. Scriverei altri sette romanzi con lei!
- La tua protagonista si è innamorata dell’aspetto di uno dei cugini Bethencourt e, inconsapevolmente, dell’essenza dell’altro. Dal tuo punto di vista cosa conta nei primi momenti di un innamoramento occhio o carattere?
Una buona combinazione di entrambe le cose, secondo me. Anche se protendo sempre per un colpo di fulmine caratteriale. La facciata da sola non si regge, serve una robusta impalcatura! Diciamo che a Lottie va comunque di lusso perché Hareton è anche molto affascinante, oltre ad avere una personalità molto spiccata e perfetta per quella di lei.
- L’ironia, le scaramucce che fanno scoppiettare il rapporto fra i protagonisti sono state deliziose e perfettamente misurate con quello che ci si aspetta dal periodo storico, pensi che un buon rapporto di coppia debba essere sempre placido e sereno o qualche frecciatina ci stia bene ogni tanto?
Penso che le frecciatine e le discussioni siano fondamentali. Con il giusto dosaggio, naturalmente. Il confronto è necessario per la crescita della coppia, e scontrare i propri caratteri serve a conoscersi fino in fondo, secondo la mia esperienza. Approfitto per dire che mi sono divertita tantissimo a scrivere i battibecchi tra Hareton e Lottie, fosse dipeso da me avrei scritto altri trenta capitoli solo per farli discutere all’infinito…
- In questo romanzo c’è una sorta di love triangle, ci sono tropes su cui prediligi scrivere o altri che proprio eviti?
Faccio poco caso ai tropes, sia da lettrice che da autrice. Ho scoperto grazie alla stesura de I dolori della giovane Lottie che amo scrivere di personaggi che prima si detestano e poi non possono fare a meno di amarsi, quindi forse l’Hate to love è uno dei trope che amo. Non ce n’è nessuno che proprio mi metto di punta per non inserire, perché di solito seguo molto la personalità dei personaggi e quello che fanno accadere, e vado dove mi portano loro.
- Hai già qualche nuovo progetto che ti frulla in testa?
Ho tantissime trame in mente, alcune sono sviluppate in incipit cortissimi, altre hanno già alcuni capitoli. Aspetto il momento giusto per portarle a termine tutte, non so quale sarà la prossima. Scrivere dell’epoca Regency mi è piaciuto moltissimo e sono ancora immersa in questa atmosfera… ho un romanzo di un paio di capitoli con questa ambientazione ma chissà.
- Grazie per averci dedicato il tuo tempo.
Grazie a voi, è stato un piacere!
Lascia un commento