Ciao E.M., grazie per averci dato la possibilità di questa intervista.
Non saranno molte le domande, ma spero aiutino i/le lettrici/lettori italian* MM a conoscerti e quindi a leggerti.
Inizierò con qualche domanda sulla tua ultima uscita qui da noi, ovvero: “Affogato”, però passerò anche a chiederti della serie Irons e Works che sto adorando.
–Com’è nata l’idea del BrewBiz, esiste veramente un caffè così?
Non esiste davvero, ma in parte ho preso ispirazione da diverse aziende che esistono nella realtà e che sono proprietà di Sordi le quali hanno del personale che è Sordo, CODA (figlio di genitori Sordi) o fluente nel linguaggio dei segni. Ne ho frequentate alcune, nella mia vita, e sono sempre state uno spazio meravigliosamente inclusivo in cui stare.
-Come ti sei documentata per scrivere un libro interamente in ASL? Lo parli anche tu?
Attualmente riesco a conversare in ASL e sto anche prendendo lezioni, ma sono fluente in BSL. Le lingue dei segni sono completamente diverse in quanto non hanno la stessa radice linguistica, ma il processo di pensiero per usarle è molto simile, quindi imparare una lingua diversa non è difficile come mi aspettavo che fosse. Ho diversi amici Sordi e fluenti nella lingua dei segni
sia negli Stati Uniti che in Canada, e loro mi hanno aiutato molto negli aspetti riguardanti la cultura e la comunità dei Sordi negli Stati Uniti. Mi assicuro anche di includere dei sensitivity reader locali, dato che l’ASL ha differenze sia in termini di gergo che di alcuni segni a seconda di dove vivono i personaggi.
-Hai avuto difficoltà nel riportare il linguaggio ASL nel libro? Nel rendere le conversazioni fluide e corrette anche se in una lingua “a sé stante”?
È stata un po’ una sfida, perché volevo che i lettori che ascoltano gli audiolibri e quelli che non sanno segnare avessero un’idea di come vengono usate ed elaborate le lingue dei segni senza però rendere il libro troppo confusionario, quindi ho dovuto trovare una via di mezzo tra la lingua dei segni e l’inglese. Faccio sempre del mio meglio per includere lo slang e i colloquialismi dell’ASL che sono propri di quella lingua, anche se non hanno sempre un equivalente in inglese. I miei senstivity reader sono un grande aiuto quando si tratta di questo. E mi assicuro di includere link a siti web dove le persone possono informarsi su come sono davvero la grammatica e la struttura delle frasi in ASL, così che capiscano che è un linguaggio completamente separato e funzionale, non solo un inglese segnato.
-A me piacerebbe moltissimo imparare la LIS (lingua dei segni italiana) ma non ho ancora trovato un corso che faccia per me, hai qualche consiglio per chi vuole iniziare a segnare?
Il mio unico vero consiglio è quello di assicurarti che quando inizi, hai il tempo da dedicarci.
Significa apprendere una lingua nuova e completa, e quello richiede del tempo. Il modo migliore per imparare una lingua è attraverso l’immersione, quindi fai tutto ciò che è in tuo potere per segnare il più possibile durante il giorno, e non solo con i tuoi compagni di classe, ma con qualunque persona S/sorda che conosci. Inoltre, se è possibile, impara da un insegnante Sordo. Se non puoi, allora opta per un CODA che è cresciuto con il linguaggio dei segni come prima lingua.
-Bodhi è un personaggio autistico, molto probabilmente diverso dalle rappresentazioni comuni che abbiamo della neuro diversità, però l’ho trovato anch’esso approfondito e perfettamente
caratterizzato. Nel suo caso come hai “studiato” per crearlo?
Io sono una persona autistica, così come diverse altre persone che amo. L’autismo di Bodhi si avvicina di più a quello del mio figlio maggiore (che è leggermente più grande di Bodhi), perciò quello ha contribuito a creare il personaggio che volevo scrivere. Ho anche avuto un sensitivity reader che è sia duro d’orecchi che autistico che mi ha aiutato a scrivere il rapporto e l’esperienza di Bodhi con l’ASL e su come essere una parte della comunità Sorda, e come essere autistico abbia influito in quello.
-Una domanda che mi piace sempre fare, hai usato dei prestavolto per i personaggi?
No. I miei personaggi tendono ad avere una vita propria mentre io li sviluppo.
-Anche la serie Irons e Works, primo lavoro che è stato pubblicato qui da noi, ha come tema la disabilità in tutte le sue forme, capisco quindi che è un tema che ti sta caro, ma come e quando è nata l'idea di scrivere libri su questo tema?
Ha sempre fatto parte della mia vita. Sono una persona cresciuta nella comunità dei Sordi e dei disabili, quindi è sempre stata la mia realtà. Non l’ho mai vista rappresentata in una luce positiva a meno che non fosse come ispirazione; perciò, quando ho iniziato a scrivere, sapevo che volevo mostrare che i Sordi e disabili hanno vite normali e storie d’amore normali come tutti gli altri. Che sono più della loro disabilità e che quella non è la cosa che li definisce come persona.
-Se dovessi scegliere un personaggio, anche tra quelli che ancora non conosciamo, che ti sta più a cuore chi sarebbe? Non per forza il tuo preferito, ma quello che vuoi la gente ami di più!
I miei personaggi di Verismo sono quelli che chiamo i miei bambini librosi. Mi ci sono voluti molti anni per finire quel libro. Non è stato il primo romanzo gay che ho pubblicato, ma è stato il primo che ho scritto, e loro saranno sempre speciali per me per questo motivo. Li ho iniziati all’università e ho riscritto la loro storia diverse volte prima che fossi felice di com’era venuta.
Probabilmente è il mio libro meno popolare tra tutti quelli che ho scritto, ma è anche il libro per il quale ricevo più email dopo che la gente lo legge.
Ora qualche domanda sul futuro
-Quando rivedremo i ragazzi del BrewBiz? (Spero a breve!)
Attualmente sto scrivendo Red Eye (la storia d’amore di Jori e Khai) e sta uscendo come romanzo seriale sul mio Ko-Fi.
-Su cosa stai lavorando in questo momento?
Ho diversi progetti in corso. In questo momento sto finendo uno standalone da nemici ad amanti con protagonisti un principe e un attore, e anche una trilogia sul para ice hockey (hockey su slittino per disabili), e sto finendo la serie Words We Never Said – quella sui papà single.
-Quale pensi che sarà la tua prossima traduzione, ci saranno altre serie come la Irons e Works e la BrewBiz?
Attualmente l’agenzia Podium Entertainment si occupa delle mie traduzioni, quindi non so cosa arriverà in italiano dopo, ma mi assicurerò di postare le novità se qualcuno dei miei altri lavori viene scelto per la pubblicazione!
-per concludere una domanda complicata, ti vedremo mai in italia per qualche evento? magari il RARE!
Purtroppo ho una grave malattia cronica che mi impedisce di volare, quindi in questo momento la mia capacità di partecipare agli eventi è limitata a dove posso guidare per tragitti brevi, e attualmente vivo sulla costa orientale degli Stati Uniti. Spero che un giorno sarò in grado di andare all’estero e incontrare i miei lettori lì, e sicuramente terrò tutti informati.
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