INTERVISTA A… Cinzia Giorgio

 

Buongiorno Cinzia e benvenuta nel nostro salottino virtuale delle interviste.

 

Ho appena terminato la lettura del tuo nuovo romanzo Figlie selvagge, un omaggio alle donne che avevano fatto della guarigione con rimedi naturali la loro missione, ma che erano state ingiustamente accusate di stregoneria.

Ho letto tante storie di vere o presunte streghe ma mai nessuna ambientata nel nostro paese, cosa ti ha portato a scegliere di raccontare queste vicende del Sannio che, ricordiamo, sono tratte da fatti avvenuti realmente?

Sono partita da una curiosità: da storica delle donne mi sono spesso interrogata sulle streghe italiane e ho avuto modo di visionare gli atti dei processi a loro carico e tanti altri documenti che le riguardavano nel corso della mia carriera accademica. Sono arrivata così anche alla storia del Sannio e mi sono chiesta chi fossero le famose janare. Ho scoperto che spesso venivano confuse con le guaritrici, ovvero le mediche: erano donne non solo del popolo, avvolte dal mistero per le loro capacità di curare con le erbe e di vivere spesso ai confini dei centri abitati o tra le mura dei conventi. Le “Figlie selvagge” di cui parlo erano donne libere e vicine alla natura, tanto da essere ritenute “streghe”. Ho voluto raccontare il mondo in cui vivevano, in cosa si prodigavano. La storia ufficiale, come ancora oggi capita, ha fatto loro un torto. 

 

Immagino tu abbia fatto un lavoro enorme di ricerca, quanto tempo ti ha preso? Quali sono gli aspetti su cui hai avuto più difficoltà? Cosa ti ha dato più soddisfazione?

Mi sono documentata e ho studiato a fondo e a lungo queste figure negli archivi di Benevento, per restituire ai lettori un racconto che mi ha appassionato tantissimo e che è fortemente legato alla leggenda e al mito non solo delle streghe ma di tutte le donne. In Figlie Selvagge parlo soprattutto di sorellanza, quella vera, documentata, quella delle donne che aiutavano e si aiutavano. Quella delle donne che vivevano in un contesto ingiusto, impari, quelle donne che hanno fatto di necessità virtù, unendosi e formando una grande famiglia. Questa scoperta mi ha dato una soddisfazione immensa.

 

Quali sono i personaggi realmente vissuti che hai menzionato nella tua storia?

Moltissimi, a cominciare da Pietro e Nicolò Piperno, per arrivare all’arcidiacono Traiano della Vipera, ma anche Diana Gambacorta, duchessa di Limatola, e Giovanna Cosso, duchessa di Sant’Agata de’ Goti. Così come la stessa Maria la Rossa e Coletta sono donne realmente esistite. 

 

Durante il racconto hai inserito delle leggende popolari e delle nenie, sono informazioni che hai ricavato dai testi consultati o che fanno parte della tradizione della tua terra? Sappi che ho amato in modo particolare “La zinzola di Sette bellezze”!

Io sono nata in una terra magica, quella intorno all’antica Venusia, oggi Venosa, in Lucania. Benevento non è lontana e da noi anche se si trova in un’altra regione. Sono però due città che si compenetrano: a Benevento era adorata la dea Iside, da noi Venere, tanto per cominciare. Nella mia Venosa, ancora oggi quando si deve apostrofare scherzosamente una ragazza si dice: “Sei proprio una strega di Benevento!”. Le fiabe, i riti, le nenie, i rituali sono pressoché gli stessi che ho respirato, ascoltato e amato da bambina. Il Regno di Napoli del Seicento aveva un sostrato culturale eterogeneo, ma anche simile per certi versi. La Zinzola che ti è tanto piaciuta è una fiaba popolare intrisa di magia, che ci insegna a non demordere e a non badare mai alle apparenze. 

 

Il mondo delle cure naturali mi ha sempre affascinato quindi ho apprezzato i vari insegnamenti che hai inserito nel testo, anche tu ami la naturopatia?

Oh sì, fin da ragazzina. Nella mia famiglia tisane, decotti, erbe medicinali e buon cibo sono sempre stati utilizzati assieme alla medicina tradizionale. 

 

Tu sei diventata la paladina delle donne, dai voce a chi per troppo tempo ha subito angherie e soprusi, la trovo una missione ammirevole, hai già in mente chi potrà essere la prossima da rappresentare?

Mi sento sempre in difetto: vorrei parlare di tutte le donne che nella storia non hanno avuto giustizia, ma non posso, per ovvie ragioni. Ho però in mente un paio di meravigliose creature di cui vorrei tanto parlare… 

 

Ti ringrazio del tempo che ci hai dedicato e arrivederci alla prossima storia.

Grazie a te, è stato un vero piacere. 

 

Anna

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