Doppia recensione “Semplice come fare le scente sbagliate” di Stefania Da Forno

 

 

 

Mackenzie è un avvocato di successo alla ricerca del vero amore. Ormai però sembra aver perso le speranze. Il principe azzurro non esiste e la vita è difficile, soprattutto perché i rapporti uomo-donna non sono mai facili come sembrano. Gli uomini sono bugiardi, spesso interessati soltanto a storie passeggere e poco inclini all’impegno, disattenti anche quando affrontano un discorso dei più semplici. Perciò Mac si odia quando prova un’improvvisa attrazione per l’ultimo uomo verso credeva di poterla provare, Reeve, conosciuto all’addio al nubilato della sua migliore amica. Lui è un muratore, padre single, tatuaggi sul corpo statuario e sciupafemmine incallito. Non c’è niente che sembra accomunarli, tranne la passione passeggera, travolgente e unica come nessun’altra sensazione mai sperimentata. Ma Reeve non è diverso dagli altri, pensa prima a se stesso, prima alla sua vita carica di responsabilità, e poi a lei. Un romanzo in cui la vita si svela per quello che è realmente: una serie infinita di scelte che ci rendono quello che siamo. Sembra semplice decidere, ma siamo sicuri che non sarà la scelta sbagliata?


Si può chiudere un cuore ancor prima di aprirlo? Per Mackenzie questa è sempre stata la scelta da fare, chiudere il suo cuore e non credere nel principe azzurro, d’altronde chi lo dice che esista per davvero?

Ma se in una notte qualunque, in un locale qualunque prova un improvvisa e inaspettata attrazione per l’uomo sbagliato per eccellenza? Tutto viene messo in discussione.

Reeve è un padre single, alla riconquista della sua ex ragazza, capelli rasati, barba incolta, tatuaggi, un lavoro che lascia il tempo che trova, senza sogni nel cassetto e con il peso delle responsabilità sulle spalle.

“Era una luce e io una cazzo di falena suicida” forse questa frase rende l’idea del loro primo incontro, oppure si può continuare con “Quel contatto fu l’esplosione che stavo aspettando da sempre, era come se il tocco delle nostre labbra fosse il biglietto vincente”.

Ho amato questi protagonisti, li ho amati e odiati al tempo stesso per alcune scelte, ho riso alle loro battute, ho sofferto, il mio cuore ha accelerato i battiti ai loro incontri, al loro scontro di labbra, ai loro tocchi inaspettati.

Reeve è uno dei protagonisti maschili che più ho apprezzato, il suo voler ricreare la famiglia, quel bisogno di felicità per suo figlio, quel suo vivere di emozioni e ricordi, quel suo sacrificarsi. Ho amato il suo senso del dover, ho amato i suoi sguardi, ho amato quel suo aggrapparsi a vecchie sensazioni e ho amato la sua svolta.

Mac è bella dentro, ironica, amante della vita, ma costretta dalle sue stesse scelte, si limita le opportunità, ma scegliere significa anche dover anche sbagliare.

Malintesi, bugie, amiche, tutto e tutti sembrano sapere quale sia la scelta giusta.

E se la scelta giusta per il ragazzo sbagliato, fosse la scelta sbagliata per la ragazza giusta?

Ecco catapultatevi in questo romanzo all’americana, un mondo tutto da scoprire, dove tutto sembra avere una fine, ma la fine è sempre l’inizio di qualcosa, e l’inizio che tutti speravano sembra essere la fine.

Tutto è così semplice anche quando l’apparenza rivela l’esatto contrario.

Una lettura frizzante, leggera, allegra. Personaggi non più giovanissimi, ma sotto alcuni aspetti ancora infantili, non tropo noiosi o seri. Un’amicizia , o meglio una conoscenza, che diventa qualcosa di diverso. La capacità di un uomo di ampliare le vedute di una donna e di permetterle di vedere oltre le apparenze e non è così semplice!

Un racconto un po’ diverso e piacevole anche se qualche pecca va segnalata. Le scene di sesso, per i miei gusti, sono troppo ripetitive e un po’ fuori stile , come se l’autrice le avesse inserite per raggiungere un certo tipo di pubblico o per seguire un consiglio, ma senza sentirle realmente, non aggiungono nulla alla storia anzi, a mio avviso , la appesantiscono.

Avrei evitato anche un paio di scene alla James Bond che mi sono parse fuori contesto .

Nel complesso lo suggerirei.

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