Doppia recensione “La spia di Hitler” di Mandy Robotham

 

 

 

Scegliere di tradire i nazisti può essere molto pericoloso
Venezia, 1943.
 Il mondo è in guerra, e Stella Jilani sta conducendo una doppia vita. Di giorno lavora come dattilografa per il Reich; di notte rischia la vita come messaggera per la Resistenza italiana. Facendo il possibile per non essere scoperta, Stella deve passare ai partigiani i messaggi nazisti, contrabbandare rifornimenti di prima necessità e usare la sua amata macchina da scrivere per produrre un giornale clandestino. Ma quando il comandante nazista, il generale Breugal, comincia a sospettare la presenza di una talpa e a indagare con la massima attenzione, Stella capisce che la sua vita è in grave pericolo.
Londra, 2017. Luisa Belmont trova una misteriosa macchina da scrivere nella sua soffitta. Determinata a scoprire come ci sia finita e a chi appartenesse, Luisa si mette a scavare nel passato e porta alla luce la storia di un appassionato amore, di inimmaginabili sacrifici e di un terribile tradimento…

Dalla stessa autrice de “L’infermiera di Hitler”, questo romanzo prometteva grandi emozioni e un finale al cardiopalma. Ebbene, diciamo che il finale non ha deluso ma che le grandi emozioni si affacciano solo negli ultimi capitoli.

La storia di Stella, giovane reporter veneziana, si intreccia con la storia con la S maiuscola, quella che leggiamo sui libri di scuola e che troppo spesso dimentichiamo.

Stella è arruolata come staffetta nella Resistenza, e allo stesso tempo scrive su Venezia Liberale (foglio politico della Resistenza) e lavora come dattilografa nello studio del gerarca nazista che comanda su Venezia.

Stella è innumerevoli donne in una sola. È figlia e sorella, è amica e innamorata. Ma durante la guerra tutto è amplificato: sentimenti, impressioni, stati d’animo. La storia di Stella viene riscoperta da sua nipote Luisa e dal ritrovamento, da parte di quest’ultima, di una vecchia macchina da scrivere appartenuta proprio alla nonna. È tutto un dipanarsi tra la storia di Stella, svelata un pezzetto per volta, da Luisa.

Sulla carta tutto poteva funzionare perché amo da impazzire questo tipo di romanzi (guerra, amore, passioni e diverse linee temporali da seguire).

Ma la spia di Hitler ha un difetto di non poco conto. E cioè che il pathos della storia si concentra negli ultimi capitoli. Tutto il romanzo è uno stillicidio di attesa, di paura per Stella. Che può anche essere funzionale alla storia, alla fine si tratta di spionaggio, ma stanca, stanca enormemente. Stancano tutte le riflessioni di Stella sul suo essere una spia, sul suo ruolo nelle file partigiane, sul suo innamoramento (vero o presunto) per un collega d’ufficio, segretario personale del comandante in capo.

Su tutto questo però brillano le suggestive descrizioni di Venezia. Si sente quanto l’autrice ami sinceramente questa perla italiana. Le sue calli, i suoi campi, i suoi sestiere, tutto nelle immagini descritte ci trasporta quasi per magia a Venezia. Altra nota positiva: sapevo poco e niente della seconda guerra mondiale a Venezia. Le note storiche sono estremamente accurate e illuminano una pagina italiana su cui non ero preparata.

Nel complesso da leggere, ma siate consapevoli che si tratta di una lettura impegnativa.

firma Claudia

Chi è Stella Jilani? Quella simpatica nonna che ha donato tanto amore a Luisa al contrario della madre solitaria e taciturna.

Inizia la ricerca della nipote Luisa tra foto ingiallite, una valigia di ricordi sbiaditi e lettere su lettere che parlano di guerra, di fatti sconosciuti al mondo interno.

Una valigetta sagomata grigia che racchiude storie di tante persone, una piccola scatola dai bordi consunti e dagli angoli assenti, un colore non identificato, tante vite sparse ed un’unica storia.

Ci avvieremo nel mondo di Stella, del suo ruolo attivo nella Resistenza, di quell’amore nato in guerra e rivolto alla persona sbagliata.

Ma nulla è come appare.

Da segretaria traduttrice a Staffetta per la Resistenza, un cuore diviso tra l’ambiguità e la ritrosia di Christian De Luca e l’adrenalina del proibito e salvatore della Patria Jake.

Tra personaggi della Austen “Signorina Bennet” e “Signor Darcy”, la storia senza tempo di Stella si alterna ad una storia con semplici scadenze da rispettare.

Una Venezia d’altri tempi, al tempo della Resistenza, le Gondole che non rappresentano più sogni romantici ma mezzi di fuga dalle SS, scambi di cibo, cestini porta messaggi, una radio da assemblare ed una famiglia da proteggere.

Stella sarà elemento attivo in quella parte di storia che ha fatto la storia.

Il periodo bellico della Resistenza a Venezia, romanzata e con una storia di umanità, di coraggio, di lotta di forza e di amore.

Vedremo Stella sostenere la Resistenza e le sue pubblicazioni sul giornale locale, i suoi affronti, le sue mille domande.

E poi ci saranno Gaia e Raffiano, che terranno viva l’attenzione, saranno incoraggiati e vivranno quell’amore che la guerra metterà a tacere.

Le sue provocazioni saranno spine nel fianco dei nemici.

E poi il tradimento, la fuga, una nuova vita e la macchina da scrivere perduta, e se invece fosse solamente Nascosta?

Da quella coppia che mai ha visto la luce, Stella e Christian, ecco che la guerra decreterà il vincitore, Stella e Gio.

Una storia da leggere e rileggere, dove c’è amore anche nella ribellione, dove l’amore trionfa anche tra le lacrime, dove la guerra pone fine a qualcosa per dare luce ad altro.

Una lettura travolgente, una scrittura dinamica, provocatoria e diretta, protagonisti che entrano nella mente e soprattutto nel cuore.

ELEONORA

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