Recensione “In giro per la storia” di Michele Milia

 

 

 

Freud è un ragazzino che proprio non manda giù la storia. Un giorno, passeggiando verso casa, incontra un simpatico barbone che si rivelerà essere uno scienziato caduto in disgrazia. Per ringraziarlo della sua generosità il vecchio gli dona un bracciale con cui Freud potrà viaggiare nel tempo e immergersi nelle atmosfere del passato. I viaggi del ragazzo saranno sempre più totalizzanti, anche grazie all’aiuto dei numerosi upgrade che il Dottor De Santis applicherà al bracciale. Ma non è tutto oro ciò che luccica… Freud alla fine dovrà combattere contro un avversario terribile, tipico del nostro tempo: la dipendenza. Riuscirà a sconfiggere il suo demone e a conquistare l’amata Giulia?

La tematica dei viaggi nel tempo ormai è inflazionata, anche se affascina sempre, e questa volta viene utilizzata per spronare Freud, un adolescente intollerante alla storia, ad amarla un po’ di più.

In un vicolo Freud conosce uno scienziato andato in rovina che gli dona un braccialetto capace di farlo viaggiare nel tempo e la cosa lo affascina a tal punto da diventarne dipendente.

In tutto questo conoscerà personaggi famosi che lo ispireranno.

E’ la vita di un adolescente comune alle prese con i primi amori e le routines quotidiane (fin troppo descritte a mo’ di elenco della spesa) che improvvisamente esce dalla apatia in cui è immerso grazie alla possibilità di viaggiare nel tempo.

Scrittura acerba, con alcune inflessioni dialettali ( ti sei litigato? ), a volte i tempi verbali non vengono mantenuti costanti all’interno dello stesso periodo, ma apprezziamo questi primi sforzi di un giovane che si approccia alla scrittura. La sua capacità di scrivere bene è presente, basti leggere i dialoghi esposti dai personaggi storici, quindi lo incoraggio a trovare trame più originali e a fare sempre un buon lavoro di ricerca che è la base per un romanzo veritiero.

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