Doppia recensione “Il segreto della collezionista di fiori” di Karen Viggers

 

 

 

 

 

Leon si è appena trasferito in Tasmania, dove lavorerà come ranger nelle meravigliose regioni dei Parchi. Arrivato in una città in cui non conosce nessuno, può fare affidamento solo sul suo carattere socievole ed estroverso per stabilire nuovi legami. La prima persona che conosce è Max, il figlio dei vicini. È un bambino molto timido, ma l’amicizia con Leon sembra da subito giovargli. E Max non è l’unico su cui lui ha questo effetto. Anche per Miki l’incontro con Leon si rivelerà fondamentale: dopo il terribile incendio che ha devastato la fattoria in cui viveva, Miki gestisce il takeaway della città insieme al fratello Kurt. Sottoposta a un’educazione rigida, nascosta al mondo prima dai genitori e poi dal fratello, lentamente Miki trova il coraggio di guardarsi intorno, cercando un contatto con gli altri. Ma non sarà affatto facile. Ci sono scomodi segreti con cui deve fare i conti, e risposte che sembrano impossibili da trovare… Nell’incantata cornice delle antiche foreste di eucalipti, ¬ Il segreto della collezionista di fiori¬ è una storia che parla di amicizia, della possibilità di voltare pagina e del coraggio di liberarsi da pesanti eredità per cominciare una nuova vita.

Tre vite, tre persone le cui vite si intersecano in modo casuale.

Leon, nuovo ranger in Tasmania, Miki proprietaria di un takeaway insieme al fratello Kurt e Max, un bimbo timido e fragile.

Una storia che parla di amicizia e di coraggio, tre protagonisti così diversi tra di loro, dalle mille sfumature, amanti della natura e degli animali.

Leon, giovane estroverso, che porta il fardello di anni di violenza domestica, inizia la sua amicizia con il piccolo vicino di casa, Max, e con il suo cane.

Miki quasi diciottenne, segregata in casa e a lavoro da un fratello dispotico, arrogante e possessivo, troverà la liberta tra le pagine di libri, nel volo di aquile reali.

E poi c’è Max, bimbo che subisce violenze di un padre dispotico, e vittima di bullismo.

Storie che si intrecciano nella foresta di eucalipti, tra animali selvaggi, il parto complicato di una cagna, la scoperta di un nido di aquile e violenze domestiche e non.

Un libro da leggere e assaporare lentamente, dove il dolore e la solitudine ti confonde, dove il coraggio per reagire viene a mancare, dove la vita la vedi trascorrere attraverso le vetrate.

“Stare fuori e guardare dentro era triste quanto stare dentro e guardare fuori.”

Amici per caso, amici che insieme riusciranno a trovare la loro giusta collocazione nel mondo, un coraggio inaspettato, la forza di reagire e uscire fuori.

Un delicato viaggio che, attraverso temi forti e bugie, ci trasporta nel vero senso di amicizia, un sentimento forte e sconosciuto.

Vedremo viaggiare Miki attraverso le pagine dei libri, “lei era giovane eppure anziana al tempo stesso, timida eppure diretta”, pagine di capolavori che riusciranno a schiudere qualcosa dentro di lei, nonostante paura e dolore.

“La vita era proprio così, giusto? Lacrime e poi risate. Cadute e risalite. Ferite e guarigione. Solitudine e poi amicizia.”

Ecco questa frase credo che racchiuda l’intero libro.

 

Romanzo incentrato sul disagio familiare.

Miky è un’adolescente sopravvissuta, insieme al fratello, ad un incendio che ha devastato la sua casa e ucciso i genitori.

Una ragazza diversa dalle altre, cresciuta isolata dal mondo e bacchettata da un padre fanatico religioso, Miky non ha ricevuto amore, perché “l’amore era solo per Dio”.

Conduce quindi una vita da schiava insieme al fratello Kurt che è subentrato al padre nel ruolo di carceriere; gestiscono un take away che è l’unico contatto che Miky ha con il mondo e che le offre un punto di osservazione privilegiato.

Un giorno entra nel suo negozio Leon, la nuova guardia forestale, e la storia di uno si interseca in quella dell’altra. Leon è un bravo ragazzo che vuole sempre fare la cosa giusta, prende a cuore Max, il figlio dei vicini che ha evidenti problemi con la figura paterna. Leon cerca di inserirsi nel contesto cittadino con molta difficoltà, perché una guardia forestale non viene ben accolta da una popolazione di taglialegna irascibili. Condiscono la storia altri personaggi che la movimentano e la complicano.
Non ho apprezzato particolarmente questo romanzo, è scritto bene ma la storia non ha catturato la mia attenzione, non ci sono risvolti  degni di molto interesse e le descrizioni troppo particolareggiate danno noia. Mette tristezza la condizione sottomessa della ragazza e si gioisce quando riesce a rubare un po’ di libertà, ma null’altro.

I personaggi poi non hanno avuto la furbizia di entrare nel cuore del lettore e alla scritta Fine, non ho potuto che esserne felice.

p.s. Non ho ancora capito cosa possa collegare il titolo alla storia!

 

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