Doppia recensione “I bambini sopravvissuti” di Catherine Bailey

 

 

 

Berlino, settembre 1944. Ulrich von Hassell, ex ambasciatore tedesco in Italia e membro della resistenza contro il regime nazista, viene condannato a morte per aver partecipato a una congiura contro Hitler. Per punire i dissidenti Himmler ordina l’arresto delle famiglie di tutti i sospettati. Nella speranza di sfuggire alle rappresaglie dei nazisti Fey, la figlia di von Hassell, si nasconde nella campagna italiana. Ma quando le SS irrompono nell’antico palazzo in cui si è rifugiata, strappandole i due figli, il suo destino è segnato. Per lei ha inizio un terrificante viaggio attraverso l’Europa massacrata dalla guerra, alla ricerca dei suoi bambini. Da un palazzo nel cuore della campagna italiana agli orrori del campo di concentramento di Buchenwald, Catherine Bailey racconta una straordinaria storia di resistenza durante la seconda guerra mondiale, in cui il sacrificio estremo è sempre compiuto con coraggio e speranza.

Un viaggio tra Germania ed Italia alla ricerca di due bimbi scomparsi e forse sopravvissuti nei campi di concentramento. Una madre disperata, Fey, arrestata solo sulla base di supposizioni complotti politici, la speranza di trovare ancora i suoi bimbi vivi.

Un personaggio chiave Frau Buri, la bambinaia a capo dell’orfanotrofio nel periodo in cui la Gestapo “rapiva” i bambini degli arrestati.

Le atrocità della guerra si susseguono nel corso del libro, cadaveri, forni, campi di concentramento, bombardamenti, ufficiali delle SS e ambienti logori e fatiscenti “C’erano centocinquanta donne in uno spazio pensato per quaranta o forse cinquanta persone.”

Oppure “C’erano talmente tanti cadaveri che i forni lavoravano 24 ore al giorno.”

“Apatici e silenziosi, siamo rimasti rannicchiati a tremare dal freddo per ore e ore, concentrandoci solo sul calore e sulla nostra sopravvivenza.”

Una storia dove lasci il cuore, dove trovi le sofferenze e le paure di una madre, dove l’orrore della guerra lo senti addosso come senti le urla silenti dei prigionieri dei campi.

“Nessuno deve dimenticare la crudeltà assoluta dei campi.”

Solo nei campi di concentramento, erano stati uccisi fino a un milione e mezzo di bambini.

Salve a tutti, oggi ho avuto il piacere di avere tra le mani questo lavoro a dir poco straordinario.

Dalla sinossi avrete sicuramente capito che l’argomento di cui narra è uno dei periodi storici più bui dell’esistenza umana.

Stavolta però visto dall’altra facciata dei campi di concentramento come siamo abituati a leggere e vedere nei film e nei documentari. Qui si racconta di un ex ambasciatore tedesco in Italia, il quale faceva parte della resistenza contro il regime nazista e viene condannato a morte per alto tradimento.

Viene ordinato anche l’arresto di tutti i familiari dei sospetti che hanno tramato contro Hitler e qui incontreremo Fey, la figlia dell’ex ambasciatore, che si nasconde insieme ai suoi due figli nella campagna italiana.

Quando le SS arrivano e le strappano via i suoi figli, inizia per questa donna una vera battaglia. Viaggerà per tutta l’Europa nel tentativo di riabbracciare i suoi figli sperduti. Una protagonista forte, coraggiosa, determinata, un amore di mamma e di donna senza eguali, che riempie il lettore di energia, di forza, di voglia di tenerla per mano in questo suo terrificante viaggio.

L’autrice è straordinaria nel modo in cui dà vita ai suoi personaggi e a tutto ciò che costruisce intorno a loro. Dal periodo storico, a quello emotivo ed emozionale, le descrizioni sono palpabili, le emozioni ti arrivano come una pallottola dritta al cuore.

Non aspettatevi di leggere ciò che in passato avete letto, questi prigionieri sono diversi da coloro che venivano tenuti nei campi di concentramento, qui si descrivono prigionieri leggermente privilegiati, il testo è un racconto avvincente e romanzato in un periodo storico di cui tutti, aimè, conosciamo l’esistenza. In questa storia il protagonista non è la seconda guerra mondiale né tantomeno il regime nazista, ma l’amore invincibile e inarrestabile di una madre.

Non scoraggiatevi perché il romanzo è veramente lungo, vi garantisco che si legge tutto d’un fiato e che alla fine di quelle pagine spererete ce ne siano ancora e ancora e ancora altre.

Una storia da leggere nelle giornate in cui ci sentiamo particolarmente soli e fragili, vulnerabili agli eventi storici che ci circondano.

In alcune casi l’unica scelta che abbiamo è proprio quella di lottare e di non abbandonare mai la speranza.

Complimenti all’autrice che ha dimostrato un talento naturale per la scrittura, una persona che sa fare delle parole magia, quella magia che quando il lettore finisce un libro si sente avvolgere da mille milioni di emozioni proprio sulla sua pelle.

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