Doppia recensione “Crazy” di Kylie Scott

 

 

 

 

Autrice bestseller del New York Times
Eric ce l’ha messa davvero tutta per meritarsi la fama di donnaiolo insensibile e superficiale. Non vuole che le ragazze si facciano strane idee, con lui: apprezza le  avventure di una notte con donne bellissime, ma non è un tipo da relazioni a lungo termine. Quando Jean entra per la prima volta nel locale in cui Eric lavora come bartender, però, tutte le sue certezze cominciano a vacillare. Specialmente perché Jean non è intenzionata a cedere a nessuno dei suoi complimenti. Possibile che sia immune al suo fascino? Jean ha tutt’altro per la testa: aspetta un bambino e ha deciso di cambiare città per dedicare tutta sé stessa alla nuova vita che porta in grembo. Di sicuro non ha alcuna intenzione di perdere tempo dietro al donnaiolo di turno, anche se…

Peperine sono di nuovo qui a parlarvi della mia ultima lettura. Questa trama ci parla di Eric, un ragazzo non proprio affidabile, che fino a questo momento passava da una donna all’altra senza farsi grandi problemi, diciamo che si godeva la vita. Proprietario del Dive bar insieme a Lydia e Nell, viene messo sotto pressione proprio da quest’ultima, anche per il fatto che i due hanno un trascorso insieme e un dramma per la perdita della loro bambina. Eric inizia a sentirsi inadeguato e a mettere in discussione la sua vita, ed è in quel momento di confusione che la sua strada si incrocia con quella di Jean, una ragazza poco più che ventenne, amica di Nell, in attesa della sua prima figlia. Eric è attratto fin da subito da quella ragazza spaesata e timida, e non sa come comportarsi: all’inizio la tiene a distanza, poi piano, piano le si avvicina per darle conforto, ed è quando la bambina viene alla luce, che il loro rapporto si fa più profondo. Ma Eric sarà davvero in grado di mettere la testa a posto e di impegnarsi con la mamma di una bambina?

Io non vi svelo di più…

Amo quest’autrice, ho letto quasi tutte le sue storie, ho amato la “The Lick series” e adoro il fatto che i protagonisti continuino a comparire nelle sue scritture: troviamo un accenno di Mal, David, Jimmy e Ben anche in questa storia. Ho amato Eric, il suo sembrare immaturo, ma in realtà essere più maturo di tanti altri; le sue elucubrazioni mentali per cercare di fare la cosa giusta, e poi farla davvero. Ho amato Jean e la sua perfetta imperfezione, il suo volere avere tutto sotto controllo e il suo non mollare quando le cose invece prendevano una piega diversa. Ho amato tutto il contorno, quegli amici che fungevano da supporto, ma che in realtà sono parte fondamentale della storia, senza loro non sarebbe stata la stessa cosa. La storia è narrata solo dalla voce di Eric e, “sentire” il pensiero maschile, è una cosa che mi piace tantissimo, anche se forse, a mio modesto parere, avere la versione di Jean, avrebbe dato quel qualcosa in più alla trama…una scelta facilmente perdonabile. La scrittura dell’autrice scorre fluida, con qualche refuso scappato, ma niente di così grave. Poche scene hot, ma sufficienti a riscaldare la temperatura, descritte con riguardo, mai volgari o inappropriate anche se con linguaggio forte.

In conclusione è uno di quei libri che ti rimangono addosso, anche dopo averli finiti, è una storia a cui continui a pensare, e che ti fa domandare e adesso? È una storia che ti cuce sulla pelle le sensazioni e le emozioni provate mentre le leggevi e questo è quello che, secondo me, un libro davvero buono deve riuscire a fare. Mi sento però di fare un solo appunto per quello che riguarda il finale: un paio di pagine…è vero che la storia non aveva niente di più da proporre, ma avrei preferito qualcosa di più.

Alla prossima!

 

Una lettura piacevole, ma non eccessivamente entusiasmante. Scorre abbastanza lento, questo fa sì che, da un lato assapori passo passo il romanzo, ma dall’altro aumenta la noia.

La parte che ho amato sono state le conversazioni di Eric con Ada, i suoi monologhi e il loro effetto soporifero. Ridevo da sola.

La storia c’è, però non mi ha preso come il precedente volume, non critico la scrittura perché, ehi, la Scott è un mito, ma mancava qualcosa.

La dolcezza della paternità, le paure e gli impegni della maternità smorzano un po’ i toni e rendono la lettura non impegnativa, ma bella.

firma Claudia

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