Doppi Recensione “Found – E’ più facile dirlo con un bacio” di Tania Paxia

 

 

 

 

Frankie si trova al punto di partenza: in quella città che fino a due anni prima era stata casa sua, ma che ora non lo è più. Oltre a una casa, però, sta perdendo anche l’altra metà della sua infanzia trascorsa fra legno, truciolato, colla e vernici. La Reeves Guitars rischia di finire nelle mani della concorrenza e lei è pronta a dar battaglia, seppure sia costretta a fronteggiare qualche imprevisto di troppo.

Jayden, per dirne uno. Si trova a New York, alle prese con il “silenzio”, con un’agente sempre più impertinente e col suo nuovo ruolo di produttore dell’album di Cora O’Dell: una compagnia che si rivela essere meno spiacevole del previsto. Anche grazie all’intervento di un altro chitarrista che sembra attirare l’attenzione della cantante ancor più di Jay. Saranno sufficienti due occhi color cielo a distogliere da lui anche l’attenzione dei paparazzi? 

Non tutto è come sembra, questo ormai Frankie lo sa per esperienza. Ma dopo aver letto l’articolo intitolato “Frankie Goes to Nashville” non può non fare il suo ritorno a New York per verificare di persona alcuni pettegolezzi, non per gelosia ma per apprensione nei confronti della salute del suo sopravvalutato preferito. Non è l’unica salute alla quale è interessata, però. C’è una chitarra da salvare. E forse, quella stessa chitarra, potrebbe essere in grado di salvare a sua volta la RG.

Dopo il primo round, il secondo round, il ko tecnico. Dopo una battaglia vinta… la resa dei conti è finalmente arrivata.   

Ultimo capitolo di questa lunga serie che ho molto amato anche se forse un po’ troppo lunga.

Finale che si è fatto attendere, i capitoli precedenti hanno allungato la storia mentre tutte noi lettrici aspettavamo con curiosità la conclusione di tutte le storie.

Questa serie infatti non è solo un romance ma un inno alla musica e all’amore per l’arte liutaia e anche per la famiglia e le tradizioni.

Certo la storia d’amore travagliata e ostacolata da tutti fra il famoso e osannato cantante Jayden e la piccola e sconosciuta chitarrista Frankie ci ha fatto battere il cuore, piangere, arrabbiare e sperare ancora fino alla fine, ma la protagonista indiscussa è la musica.

La stessa che Jay canta e scrive, che entrambi suonano, che li ha fatti conoscere, che ha permesso ai genitori di Frankie di amarsi e perdersi, che ha concesso al nonno di creare un impero da una piccola impresa artigiana di liutai e che scorre sempre e comunque in ogni sfumatura di questa storia.

Non parlo del libro che va letto perché ogni pagina porta con se conseguenze e incastri e non voglio spoilerare nulla.

Vorrei però soffermarmi sulla bravura dell’autrice che ha saputo portare su carta una storia splendida, senza grandi colpi di scena, se non qualche fuga, e senza urlare ma con il suo stile umile e concreto che come una goccia d’acqua scava le montagne.

Una penna curata, attenta, che ha approfondito la materia con dovizia di particolari rendendo ogni scena, ogni gesto, ogni personaggio vero e reale.

Mi sono lamentata dei troppi volumi eppure ora che sono arrivata all’ultimo posso dire che mi mancheranno.

Consigliato!

SENSUALITA’:

RECENSIONE A CURA DI:

EDITING A CURA DI:

Ecco il capitolo finale della serie Liar Liar: finalmente Tania mette la parola fine.

Ritroviamo i protagonisti che per mesi e vari capitoli ci hanno tenuto compagnia, ritroviamo Jay e Frankie che finalmente ricompongono il puzzle, mettendo al giusto posto le tessere.

Diciamo che dopo aver letto parecchi libri e novelle su questa storia aspettavo qualche colpo di scena più esilarante, ma ahimè non è andata proprio così.

Lo stile di Tania è cresciuto, maturato, più descrittivo, ma la storia nel corso delle varie uscite ha perso di interesse, purtroppo.

In quest’ultimo capitolo il materiale era vasto per far salire la tensione e far perdere qualche battito, ma come al solito i litigi e battibecchi, bugie e fuggi fuggi, durano il tempo di un batter d’occhio.

Non dico che mi sono annoiata a leggere il libro, perchè è abbastanza scorrevole, ma mi aspettavo qualcosa di più.

Sostengo che l’intera serie poteva essere scritta in un intero volume di 300 pagine, o al massimo due volumi; i concetti sono ripetuti all’infinito, e il “Scappa che ti prendo” era ormai diventato un clichè.

Un lieto fine scontato, un amore non sofferto e abbastanza solido fin dall’inizio.

RECENSIONE A CURA DI:

EDITING A CURA DI:

 

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