Blog Tour “You after hell – Estratti” di Manuela Ricci

 

 

 

 

Medyson Walker è una ragazza modello: ottima famiglia, bei voti, un cognome che spicca sotto i riflettori della grande città di Los Angeles, amici affettuosi che la circondano. Ma in un giorno come tanti, la sua vita cambia, un dolore le squarcia il petto, facendola crollare e la Med che tutti conoscono inizia a perdersi per strada poco per volta, non sa che però, questo, sarà solo l’inizio di una lunga discesa nel baratro.

Zac Kinney è un ragazzo di strada, arriva a Los Angeles, dopo essere sopravvissuto alla sua vita nel Queens, portando con sé un solo bagaglio: realizzare il sogno di lavorare in una prestigiosa casa discografica. Occhi di ghiaccio, sguardo fiero con la promessa di cambiare per sempre la sua vita per salvare quella di chi si è lasciato alle spalle.

Medyson e Zac, sono due vite che si sfiorano senza saperlo, fino a quando, una sera, i loro sguardi si incontreranno nel modo peggiore che possa esistere. Tutto inizierà a cambiare, ma non solo nelle loro vite, che cercheranno di incastrarsi mentre il destino si divertirà a rimescolare le carte mettendoli alla prova. Una corsa contro il tempo per fuggire ai segreti, alle bugie, al passato che li ha segnati. Si può sopravvivere a sé stessi? L’amore può curare le cicatrici di un cuore spento? Una cosa sola è sicura, Zac Kinney è pronto a tutto per Medyson, persino sacrificare la sua stessa vita.

«Non mi hai risposto. Da cosa stai scappando? Perché ieri sei scappato da qualcosa» si protrae in avanti, la sua voce diventa quasi un sussurro e continua «ho sentito quel bacio e so che lo hai sentito anche tu, non puoi dirmi di no» Ha ragione, ho sentito quel bacio come se quel tocco quasi letale avesse appiccato delle fiamme alle quali dovevo per forza sottrarmi. La sensazione che mi ha fatto trasalire per tutto il corpo la percepisco anche ora, mentre cerco di non perdermi nel suo sguardo che cade nel mio. Ma poi, la magia si è spezzata, come una traccia che si impunta e continua a ripetere lo stesso pezzo in loop, come la mia vita che mi richiamava alla realtà, quella che lei non potrebbe mai comprendere. «Courtney, te l’ho detto non sei tu, ma non posso» «Non puoi o non vuoi? Perché sai, sono due cose ben diverse» La vedo come cerca di carpire qualcosa dal mio sguardo che lascio immutato, privo di qualsiasi emozione, ho imparato da tempo a controllarle, a non permettere che siano loro a guidarmi verso la strada sbagliata, testa o cuore, ed io ho sempre scelto testa. «Non posso» mormoro appena. «Sei fidanzato vero? È questo il problema?» chino volutamente lo sguardo, «lo sapevo…che stupida» continua, i suoi occhi li sento piombarmi addosso con tutta la loro delusione, si solleva di scatto dalla sedia ed io rimango in silenzio, impassibile, la osservo di sottecchi prendere la borsa dalla sedia e precipitarsi fuori dal locale.

Zac mi prende il volto con dolcezza intrappolandolo nel palmo, con l’altra mano mi porta la mia verso il suo petto. Sento i battiti del suo cuore, uno dopo l’altro che si rincorrono come ad una maratona, e stanno correndo per me. Il suo respiro cosparge il mio volto, posso sentire il suo sapore che sembra quasi chiamarmi ed inebriarmi i sensi, come una cura, sì, lui è la cura delle mie cicatrici. Socchiudo gli occhi poco prima che il suo labbro superiore sfiori il mio inferiore. Lo trattiene nelle sue labbra strattonandolo appena, la sua lingua mi solletica e la mia lo raggiunge subito. Il calore di quel bacio mi isola dal resto del mondo, dal dolore e da tutti i problemi che tutto questo può comportare. Voglio solo sentire il suo sapore e nient’altro, voglio sentire lui che riesce a spegnere le fiamme del mio inferno. Le nostre lingue si cercano, si trovano, seguite dai brividi che mi ricoprono il corpo. Mi stacco e lo guardo, i miei occhi vogliono memorizzare ogni particolare del suo viso. Traccio con il dito indice il suo profilo marcato. Dalla tempia, allo zigomo, giù fino alla mascella fino a raggiungere il mento. Abbassa la testa e mi bacia la punta del dito. «Risolverò ogni cosa, dammi solo un po’ di tempo» supplica e io voglio fidarmi, perché lo voglio come non ho mai voluto nessuno.

Ti chiedi quante volte puoi cadere e rialzarti, per poi rifarlo e rifarlo ancora. Quel giorno, quella caduta sembrava non avesse fine. Il suono della sua voce che non arrivava a quella telefonata. La frustrazione per aver capito che dietro quel silenzio, in realtà ci fossero molte più parole di quante fossi in grado di quantificarne. Pensavo e ripensavo alla frase di Courtney che risuonava come una cantilena nella testa; ” Se non stai lontana da Zac, la sua povera sorellina finirà chissà dove, e noi non vogliamo che questo accada vero Med?”. Quel suo silenzio iniziava ad avere senso, il suo incontro di lavoro sarebbe stato molto più di questo. Sapevo fin dove era capace di spingersi Richard, l’avevo visto con gli occhi di una bambina, quel giorno, quando la vita di Courtney sfuggiva al suo controllo. Per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa e se ora, era Zac la sua ossessione, lei lo avrebbe avuto. Sentivo i suoi pugni colpire il portone che ci separava. Io ero di schiena a quella porta, ad ogni colpo sferrato, un pezzo di me se ne andava via disperdendosi insieme a quel suono acuto che rimbalzava lungo le pareti della casa. Non potevo aprire, non potevo farlo entrare nella mia vita per rovinare la sua.

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