Anteprima traduzione “Pie For Breakfast”di Terri George

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Prologo

Fa scivolare le dita lungo la mia guancia. Nel suo sguardo una nota di tenerezza che non mi aspettavo. “Qualunque cosa abbia fatto, è stato uno stronzo.”

Lo fisso, stupita. È così palese?

“Lo vedo nei tuoi occhi.” Afferrandomi il mento, mi accarezza il labbro con il pollice, con una lentezza snervante. “È per questo che sei venuta qui. Per provare quello che lui aveva smesso di farti provare… Desiderata.”

Sono confusa, e per un attimo tentenno buttando giù metà dello champagne in un unico sorso. Che sensibilità, e può avere solo, quanto, neanche trent’anni? Di certo non più grande di cinque anni rispetto a Zachary, e lui non ha mai mostrato un tale intuito. No, la mela non cade mai lontana dall’albero, tale e quale a suo padre. Nostro figlio dà la colpa a me. Come fosse colpa mia se adesso fa parte di una famiglia sfasciata. Come se lo avessi voluto io.

Ripensandoci, mi rendo conto che tutte le prove erano lì, sotto al mio naso. Ero stata troppo cieca per non vederle; troppo sicura dell’amore di mio marito per me. Non mi aveva , però, promesso di stare con me per l’eternità quando, tutti quegli anni addietro, mi aveva offerto il suo cuore? Quello era allora, adesso stava promettendo se stesso ad un’altra.

Scaccio il pensiero. Il tradimento di Evan è ciò che mi ha portato qui; quello e il mio bisogno di sentire ancora le mani di un uomo sul mio corpo, il suo peso su di me, il suo sesso dentro di me. Di sentirmi ancora voluta e sì… desiderata. Cosa c’è di male se per questo devo pagare?

Il tocco della mano del ragazzo sulla mia gamba, proprio sopra il ginocchio, mi riporta al presente. Le mie pulsazioni accelerano e lui affonda le dita nella mia carne.

“Come ti chiami?”

Il bicchiere tintinna; la mia mano sta tremando mentre lo riappoggio sul bancone del bar. Dovrei dirgli il mio vero nome?

Il ragazzo sembra percepire la mia incertezza e sorride. È un sorriso tenero e rassicurante, ma i suoi occhi trasmettono tutt’altra cosa. Il suo sguardo è sexy… indecente… e pieno di promesse.

Lui fa scivolare la mano più in alto, lungo la mia gamba e tra le mie cosce si risveglia un desiderio sopito.

Si tende verso di me; il suo respiro è caldo sul mio orecchio mentre lo accarezza con la lingua. “Ne puoi inventare uno di nome. Stanotte puoi essere chiunque tu voglia.”

“Ella.” Il soprannome che Evan mi aveva dato ai  tempi del college, mi sfugge dalle labbra senza pensarci. Da quanto tempo non canto più per lui? Da molto prima che lui infrangesse i voti, questo è certo.

Un tempo cantavo sempre: silenziosamente tra me e me mentre mi occupavo delle faccende domestiche; in macchina insieme alla radio. Ora non ricordo nemmeno l’ultima volta che ho cantato sotto la doccia.

“Bellissimo,” mormora il ragazzo. Mi morde il lobo, risucchiandolo tra i denti. “Adesso so cosa sussurrarti quando ti farò venire.”

Copyright © Terri George 2016

Tutti i diritti riservati

Traduzione autorizzata dall’autrice

Traduzione: cri-firma

 

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