INTERVISTA A… Juls Way

 

 

Buongiorno Juls e benvenuta nel nostro salottino virtuale delle interviste.

 

  • Tu sei l’apripista di questa nuova serie “Royal Ascot scandals”, sei un po’ emozionata di essere la “debuttante” della collection?

Sono stata molto emozionata di aprire le danze per le mie colleghe, che hanno tutte storie bellissime e molto avvincenti. Per questo la mia è un po’ più di introduzione al bel mondo.

 

  • La tua giovane età ti colloca in un frammento storico così lontano da un modo di vivere il corteggiamento così come era una volta (già ai miei tempi era differente). Se dovessi fare una tabella dei pro e contro, cosa metteresti in elenco per un corteggiamento old style e uno contemporaneo?

 A questa domanda mi è molto difficile rispondere. Sicuramente oggi c’è una libertà maggiore e anche una fluidità nelle relazioni che è sicuramente il pro più grande. Dell’old style – almeno per come lo intendo io – mi piace l’attenzione al consenso: “Posso prenderti per mano?” “Posso baciarti?”

Sono frasi che secondo me potrebbero rientrare nel corteggiamento – da ambo le parti – contemporaneo.

 

  • Abbiamo visto il tuo protagonista essere vittima della “trappola del sangue e del buon nome”, quale pensi siano le “gabbie” che percepiscono le nuove generazioni al giorno d’oggi?

Secondo me c’è un problema di aspettative. Ci si aspetta che tutti procedano verso un certo percorso tracciato: bravi a scuola, bravi nello sport, bravi nella musica etc, bravi all’università, e poi subito bravi nel lavoro, pronti per chissà quale carriera (e non parlo della vita sentimentale… mettere su famiglia, avere per forza dei figli…). Invece ognuno di noi è diverso e non sempre possiamo fare tutti lo stesso percorso. E non è detto che il successo scolastico o universitario sia quello che tutti ricercano. Ognuno di noi deve trovare la propria strada, che non sempre è quella che la società o gli altri si aspettano da noi.

 

  • Fai un lavoro molto interessante, sicuramente hai molta dimestichezza con le ricerche storiche, hai avuto qualche difficoltà per questo romanzo o ormai il mondo regency è alla tua mercé?

Essendo archivista, mi piace viaggiare nelle fonti. Ma il mondo regency è molto lontano da essere alla mia mercé. Anzi, ho cercato di settorializzarmi molto nelle mie ricerche, perché si sa sempre da dove si inizia ma mai dove si va a finire. In questo caso non ho trovato troppe difficoltà, ma perché mi sono data una regolata: ho cercato soprattutto libri di etichetta, del buon costume escludendo un’infinità di altri temi che mi sembravano molto interessanti.

 

  • Ci sono molti luoghi che tu menzioni nel tuo romanzo, sono luoghi realmente esistiti o frutto della tua fantasia?

 Le case di Londra sono tutte inventate, ma veri sono i quartieri e i locali che i protagonisti frequentano. Hyde Park, Gunter’s tea shop, Almack’s, sono tutti veri luoghi molto in voga in epoca regency. Così come sono vere le tenute di campagna dei miei protagonisti, Hatchlands Park, per esempio o anche West Horsley Place.

 

  • Com’è il rapporto fra voi autrici della Collection, avete dovuto smussare angoli per fare filare la serie o vi siete trovate subito d’accordo?

In realtà ci siamo trovate d’accordo fin da subito, molte di noi si conoscevano già molto bene quindi non è stato un problema. Il più diciamo è stato andando avanti, dove comunque ognuna di noi è scesa a compromessi a favore delle storie delle altre. Come in ogni lavoro di gruppo ci sono degli alti e dei bassi, ma per me è stato molto divertente lavorare con le ragazze e soprattutto è stato un enorme arricchimento. Leggere in anteprima i lavori delle altre è stato molto interessante e la mia scrittura ne ha sicuramente beneficiato.

 

  • I tuoi romanzi sono ambientati fra 1800 e inizi del ‘900, hai mai pensato di cambiare drasticamente contesto storico?

Ho provato con alcuni racconti a spostarmi sugli anni Sessanta, e sul presente. Ma appunto, sono state brevissime fasi. Il mio immaginario è molto legato a quell’epoca e difficilmente me ne distacco.

 

  • Se avessi a disposizione la macchina del tempo dove vorresti ti portasse per vedere con i tuoi occhi un periodo storico?

Sarei andata subito a Urbino quando erano attivi i più grandi pittori del Rinascimento. Ma anche a Parigi nella Bell’Epoque… e perché non all’ultimo ballo dei Romanov?

 

  • Quali sono i tuoi progetti futuri?

Per ora tornare a scrivere in maniera più costante per intraprendere nuove storie che mi ronzano in testa. E magari nuove case per loro.

 

  • Grazie per averci dedicato un po’ del tuo tempo

Grazie a voi

Anna

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