Recensione “Il duca e la rosa d’inverno” di Fabiola D’Amico

 

 

 

LONDRA 1818

Secondo volume Saga dei Lestofanti

Gawain di Cardiff è un bastardo, abbandonato in fasce in un convento, cresce nei peggiori sobborghi di Londra e diventa un baro. La sua vita cambia quando sulla sua strada incrocia il conte di Rutland con il quale dividerà bottini e nuova rispettabilità. Purtroppo le sue origini sono come il tanfo della puzza di carbone, puoi lavarti quanto vuoi, resta sempre li. Sebbene ora indossi abiti da gentiluomo, possa permettersi una casa, sarà sempre Gawain il bastardo e la sorella di Rutland, lo guarderà sempre dall’alto verso il basso e pensare di conquistarla gli appare un’impresa impossibile. Eppure lei è in ogni suo sogno.
Ciò che Gawain non sa è che Melisent nutre per l’amico del fratello dei sentimenti contrastanti, lo invidia per la libertà che come uomo gli è concessa, è gelosa del cameratismo tra i due amici, e soprattutto il suo cuore impazzisce al vederlo.

Quando un evento tragico irrompe nella vita di Melisent, Gawain non ci pensa neanche una volta e le propone di sposarla.

Il principio di questa unione voluta dal destino non è dei migliori, Gawain e Melisent dovranno difendersi non solo da un efferato assassino ma anche dalle paure del cuore e da sorprendenti segreti.
Il duca e la rosa d’inverno contiene un romanzo breve, Cuori alla deriva, dove si narra la storia della duchessa di Worth.

Questo secondo capitolo della Saga dei lestofanti, è preceduto da Il guerriero e la dama di ghiaccio.
Di prossima pubblicazione il terzo capitolo Il barone e la bisbetica domata.

Un romanzo d’epoca, scritto in terza persona, che ho amato all’inverosimile.

La D’amico è una delle scrittrici italiane più meritevoli, ha un dono e riesce a sfruttarlo appieno. Alterna romanzi ironici e romantici a romanzi d’epoca. Scrive di amore, di sguardi innamorati, di primi baci, di passione ma anche di dolore.

Ho letto tutto di suo, dall’indice di ogni suo libro ai suoi bellissimi ringraziamenti.

Dalla sua scrittura traspare la sua genuinità, la semplicità delle storie, la fantasia di una ragazza romantica…

Sono molti i protagonisti che entrano in gioco, la dolce donzella di turno e il “maledetto” orfano senza nome.

Melisent e Gawain di Cardiff due cuori ed una capanna? Sbagliato…

Due opposti, due cuori che corrono in direzioni diverse… Un matrimonio di convenienza ed un amore che rischia di disfarsi solo per orgoglio. “Firmando quel foglio siete diventata di mia proprietà, piccola mocciosa.”

“Vi intriga e vi irrita allo stesso tempo e non fate che pensare a lei.”

Riusciranno i protagonisti a cedere a quel cuore caparbio?

Mi sembrava di rivivere una telenovela in costume, avete presente cuore selvaggio con i mitici Juan e Beatrice? Ecco, non so perché li ho associati subito a quei due, dalle storie simili e dal carattere orgoglioso.

Fabiola riesci a dar voce ai miei sogni ad occhi aperti.

firma Claudia

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