Recensione “Infine cadono le stelle” di Brandon Witt

trama

Dopo la morte della moglie, avvenuta quattro anni prima, di Travis Bennett è rimasto il guscio dell’uomo che era. Con il suo cane al fianco, cresce tre figli, gestisce il suo magazzino di mangimi e lavora come sovrintendente di una fattoria. Ma ogni giorno, ogni minuto, è un vuoto doloroso.
Wesley Ryan ha ricordi affettuosi della piccola città di El Dorado, sull’altopiano dell’Ozark. Vedendola come un posto sicuro dove potersi lasciare alle spalle le relazioni fallite, Wesley si trasferisce nella vecchia casa dei nonni e prende in gestione la locale clinica veterinaria. Quando una mattina riceve la visita di Travis con il suo cane, in lui nascono sentimenti che cerca di allontanare. L’ultima cosa di cui ha bisogno è innamorarsi di un uomo con un bagaglio emotivo e tre ragazzi come parte del pacchetto.
La vita, tuttavia, sembra avere altri piani.

recensione

La prima cosa che mi ha colpito e conquistato di questo libro, lo devo ammettere, è la dedica. Dolcissima, semplice e rappresentativa di un affetto infinito verso i compagni pelosi dell’autore. Da amante dei cani questa dedica mi ha commosso e fatto sorridere. Ma veniamo alla storia…
E’ facile trovare belle storie nei libri, ma non lo è altrettanto trovarne di rispecchianti una realtà. E’ questa una delle impressioni che ho avuto leggendo questo libro: mi sono ritrovata coinvolta nella paura, nel dolore e nella disperazione di Travis, un marito che ha perso la moglie ma che non riesce a superare il lutto. Un padre che deve crescere tre figli, uno che si affaccia all’adolescenza e due gemelli piccoli. Un fratello che si è aggrappato alla solidità e alla forza della sorella per cercare di ritrovare un barlume di lucidità che gli permettesse di ricordare che non era morto con la moglie. Una moglie, madre dei suoi figli, che era il suo amore ma che era anche sua amica. Travis è un personaggio bellissimo a mio avviso e riusciamo, nella storia, a viverlo a 360°. Il suo dolore e la sua rinascita.
Poi c’è Wesley, e no non lo potete chiamare Wes a meno che non siate Caleb (il figlio maggiore di Travis). Gay dichiarato e fiero di esserlo. Una storia finita alle spalle e il bisogno di ritrovare se stesso e la serenità in quel paese che da bambino lo faceva stare bene.
Nessuno di loro due è preparato a ciò che il destino ha in serbo per loro. Ma si sa che il destino fa un po’ quello che vuole e a Travis e Wesley toccherà affrontare un paese omofobo ma alla fine forse no, la paura di lasciarsi andare, un amore per cui sarebbe più facile scappare che restare e la consapevolezza che restare alla fine è la sfida più grande per trovare la felicità.
Il libro non presenta scene esplicite di sesso, l’intimità tra i protagonisti è appena accennata ma interiorizzata alla perfezione a mio avviso nel contesto della storia.
Libro consigliatissimo…. Tenetevi accanto un fazzoletto o due perché la lacrimuccia se siete molto sensibili potrebbe pure scapparvi.

Sensualità:

2 cuori rosso

Recensione:

Firmabriciola

Editing:

pandora

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