Recensione “Un battito di ciglia” di Laura Fioretti

 

 

 

 

 

 

Durante la presentazione del suo ultimo romanzo, Lola Tarsi, famosa autrice di romanzi gialli, incontra Paolo Crisci, l’affascinante fratello del suo editore. Tra i due scatta subito un’attrazione fatale. Lola però è una donna sposata, anche se il suo matrimonio è in crisi, e vive da anni nascosta dietro una corazza che la protegge da qualunque emozione. Cedere al turbamento che si è impossessato di lei è quindi fuori discussione. Paolo però non demorde, e la possibilità di provare sentimenti dimenticati per Lola è una tentazione troppo forte per essere ignorata…

Lola Tarsi è una scrittrice di discreto successo, oltre ad essere una docente universitaria.

Lola è bella e consapevole del suo fascino maturo, e quando incontrerà Paolo, il fratello del suo editore, lo ammalierà per benino. L’attrazione che si verrà a creare fra loro due sarà palpabile ma Lola, conscia della reputazione di Paolo quale sciupafemmine, si trincererà dietro ad un matrimonio ormai finito con Andrea, marito insensibile e menefreghista che le preferisce la sua collega nonché amica di infanzia.

Agli incontri letterari Lola si fa accompagnare dalla fidata amica Simona, che cercherà di aprirle gli occhi sulla sua situazione sentimentale, cercando di convincerla a riscattarsi.

Fra Paolo e Lola si intrometterà anche Martina, la segretaria ed ex amante dell’uomo che, ancora innamorata, seminerà zizzania fra i due.

La passione si scatenerà solo nella fantasia di Lola o anche nella realtà?

Mi è piaciuto questo libro? Ni. L’autrice scrive molto bene, dosa con attenzione dialoghi e discorsi indiretti, ha una buona proprietà di linguaggio, è descrittiva nel modo appropriato, tiene un buon ritmo ma… la storia è banale.

Una trama per conquistarmi deve essere avvincente, sapermi incuriosire, stupire, devo potermi innamorare dei personaggi e sentirne la mancanza quando leggo la parola FINE.

Niente di tutto questo per “Un battito di ciglia”. Una storia come altre, che puoi sentire come pettegolezzo dalla parrucchiera o leggere su un giornale di gossip.

Un vero peccato, perché troppo spesso buone trame vengono ideate da scrittori mediocri mentre una piacevole penna come quella della Fioretti potrebbe essere valorizzata da una storia più ricercata.

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