Recensione “Out Fuori da ogni controllo” di Manuela Ricci

 

 

 

 

 

La vita di Cindy Sanders, è ormai un vortice di pensieri disconnessi. Tutto ciò in cui ha sempre creduto si è rivelato un castello di carte, che è crollato al primo soffio di vento. Chi l’ha cresciuta non è la sua vera madre e ora, al suo primo anno di college alla Columbia, sa di non essere lì per caso, a New York, a sole poche ore di distanza dal luogo in cui è stata messa al mondo. Fidarsi di qualcuno diventa difficile, se non impossibile, persino Damian, suo fratello, l’osserva allontanarsi, giorno dopo giorno. Poi, però qualcosa cambia. Nicolas si insinua sicuro nella sua vita, in quella piccola parte di lei che non ha mai concesso a nessuno, quella parte che insegue la speranza di tornare a vivere oltre il passato. Tutto assume un’altra forma, il dolore sembra alleviato, un lontano ricordo, ma proprio mentre le acque sembrano essersi calmate, si rende conto che in Nick qualcosa non va; è intrappolato lui stesso in un passato al quale lei non è mai riuscita ad affacciarsi. Un passato che potrebbe essere più complicato del suo. E lei potrebbe essere l’unica persona a poterlo salvare. Perché quando la vita ti trascina a fondo, puoi solo aggrapparti con tutto te stesso a chi occupa il tuo cuore. Lottare ed amare. Ma se non bastasse?

La lacrime continuano a scendere senza controllo, lasciandomi spoglia.

“Sono il tassello mancante di una vita che non si incastra con niente” così inizia il primo capitolo di questa storia. Una frase che spacca l’anima.

Non meravigliatevi perchè la sentirete spaccare ad ogni pagina, ricostruire e rispaccare, e quel rumore fa male, quel crack che toglie il respiro. Viaggi tra le pagine, scivoli tra le parole come se fossi in apnea. Senza respiro ti immergi nelle profondità dell’anima. Ogni frase scelta ad hoc, ogni parola ponderata, ogni dialogo curato. Anche le semplici riflessioni dei protagonisti ti emozionano, quelle frasi ad ogni apertura capitolo incantano il lettore.

“Ho abbracciato il buio mora” perderete un battito, forse due a questa frase, come sapere che si sarebbero distrutti e vedere i pezzi di un “noi” portati dal vento.

“Perchè non voglio sentire” eppure li senti.

Vedrete quegli occhi bicolore nell’oscurità, sentirete la sua voce che ti accarezza senza chiedere permesso. E sentirete, ancora, il dolore “come una malattia che inizia a divorare il tuo essere, fino a lasciarne solo il guscio vuoto che cerca di non frantumarsi”, l’incapacità “mi sento come una stella in un universo sbagliato, ho perso la mia traiettoria”, la confusione “perchè non è nella perfezione che acquisiamo il nostro posto nel mondo, ma nel caos”. E sentirete l’amore “e sai, avevi ragione, siamo come la pioggia, solo che tu mi scorri dentro”.

Le lacrime scenderanno, scenderanno innocenti e silenziose tra sorrisi abbozzati, tra speranze mai perse, e non si avrà più controllo perchè “il controllo sfugge, si perde”.

Mi sono innamorata di un giovane ragazzo, Nickolas, del suo mondo, della sua vita, della sua corsa contro il tempo, del peso dei suoi attimi. Ho desiderato sentirmi dire “Tu sei la corsa più bella della mia vita” o “sto diventando pazzo a sentirti così vicino”.

Consapevole che ormai Cindy è entrata nel suo mondo senza accorgersene, “sei stata un attimo che niente potrà cancellare, ma ora devo tornare alla realtà, e tu resti il sogno che cercherò di raggiungere ogni volta che chiuderò gli occhi”, “io vivo di attimi, e tu sei una da vivere in fondo Mora.”

La triste realtà, la sola certezza di tenerla lontana per non spezzarla, per non rovinare la sua vita, perchè lui è il male, lui è un guaio, uno sbaglio, lui non può donarle il mondo, o semplicemente un domani.

E poi c’è Cindy, a mio avviso una delle protagoniste più belle, più vive, più testarde, più complesse di cui abbia mai letto. L’ho amata in tutte le sue frasi, sostenuta in tutte le sue scelte, apprezzata anche nel dolore, incoraggiata nell’arresa, l’ho amata, invidiata, l’ho vissuta fino in fondo.

“Vivi Cindy, non sprecare il tuo tempo, non sai mai quanta sabbia resta nella clessidra della nostra vita” e poi ancora “serra i pugni più forte che puoi devi combattere contro la vita, un avversario che puoi mandare a tappeto solo se sarai forte”.

Immaginavo di imbattermi in una storia di adoloscenti, immaginavo di criticarla, invece ho letto di una storia senza fine, che ti resta dentro, che ti fa sognare, che ti fa riflettere, che ti racconta di vita, di amore… Tu chiamale se vuoi EMOZIONI…

“Io voglio essere tutti gli attimi della tua vita, qualsiasi essi siano, voglio farne parte, voglio viverti, respirarti ed esserci insieme a te.”

“Sarai qui, nel mio cuore, fino all’ultimo battito, fino al mio ultimo respiro, ti porterò con me. Te lo prometto”.

La promessa di un guerriero, invincibile, ostinato, caparbio, umano.

Non avevo mai evidenziato così tante frasi in un unico libro, è una poesia in prosa, il sussurro di due cuori innamorati.

Un amore senza fine, un dolore da sopperire, una speranza da alimentare, una battaglia da vincere a tutti i costi, un passato da metabolizzare, un futuro incerto, una corsa contro il tempo “voglia di correre più veloce evitando il traguardo che possa mettere la parola fine”.

E non la metterete la parola fine, vorrete rileggere ogni frase, ogni capitolo, sentire ogni parola entrare dentro, marchiarvi come un tatuaggio indelebile, per sempre.

Che altro dire un capolavoro di amore, un racconto senza fine, una storia da ricordare.

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