Recensione “Nessun amore sarebbe stato più grande” di David Mars

 

 

 

 

 

Tagliati i ponti con un passato da dimenticare, Frank si è trasferito in un piccolo Ranch del Nuovo Messico dove vive come un eremita. Accoglie perciò con grande riluttanza un ragazzo che, vittima di un incidente, soffre di un’amnesia e non ricorda nemmeno il suo nome. Poi i sospetti iniziali si tramutano in certezze quando, scoperta l’identità del ragazzo, Frank capisce che è stato suo padre a mandarlo per persuaderlo a tornare a casa. In che modo?
Usando le armi della seduzione…

Una storia molto dolce che a mio avviso contiene un potenziale non sfruttato abbastanza.

L’idea di fondo mi è piaciuta: Frank ha tagliato i ponti con il passato e si è trasferito in un piccolo ranch nel Nuovo Messico. È abituato ai tentativi di suo padre  per riportarlo indietro e quando salva il giovane David, vittima di un incidente, scopre subito che il ragazzo è stato inviato dal padre. E qui c’è un primo punto a sfavore perché si poteva mettere un pizzico in più di mistero invece David afferma chiaro e tondo che sta cercando lui. Lo sa inconsapevolmente perché vittima di un’amnesia ma comunque fin da subito la trama è bella che svelata.

L’amore tra David e Frank è davvero molto dolce, e nasce velocemente. Svela sicuramente l’animo dolce e sensibile dell’autore ma toglie un po’di brio alla lettura. Anche il modo in cui Frank parla dei sentimenti di David mi ha fatto un pochino storcere il naso. Amo scoprire entrambi gli animi dei protagonisti in modo graduale grazie all’introspezione ma Frank ne parla quasi come se fosse lui stesso e forse anche qui avrei preferito qualcosa di meno diretto.

È sicuramente una lettura piacevole ma dal potenziale espresso solo parzialmente.

Sensualità: 

Recensione: 

Editing: 

 

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