Recensione “Jared: urban wolves 1” di Leona Windwarker

 

 

 

 

 

Jared vorrebbe solo festeggiare il suo compleanno e fare nuove amicizie ma, ben presto, si rende conto che andare in giro per locali può essere pericoloso. Non solo, il mondo intero è un posto diverso da quello che pensava. Infatti, scopre che lupi mannari, vampiri e fate sono fin troppo reali. Tutto gira intorno a Steven Chang, erede Alpha e bravo ragazzo sotto tutti i punti di vista. Lui dice che Jared è il suo compagno. Una rivelazione difficile da metabolizzare, ma forse andrà tutto bene, giacché Steve si dichiara disposto a frequentarlo prima di rendere ufficiale la loro unione. Almeno per un po’. Jared spera soltanto di avere tempo a sufficienza per abituarsi a quello che sta accadendo, possibilmente senza scomparire per mano di misteriosi uomini in nero o a causa di qualche altra stranezza.

Avvertenze contenuto : contiene scene di sesso esplicito non consensuale e linguaggio volgare.

Attenzione: questo è il primo capitolo di una serie e non è autoconclusivo.

Questo primo libro della serie introduce il lettore in una rivisitazione del tema “altre razze tra noi”, tanto caro all’urban fantasy. Come i migliori pensieri  moderni di interpretazione, le razze “non convenzionali” sono tutto ciò che l’umanità vorrebbe essere ma non riesce ad incarnare: non hanno problemi di soldi, non sono omofobiche, tendenzialmente sono tutti buoni, pur avendo occasionalmente dei nemici, e vivono  comodamente tra noi senza che ce ne accorgiamo.

Così quando Jared si imbatte nella sua disavventura, il lettore non trova alcuna sorpresa che sia un mutaforma ad interpretare il buon samaritano e a salvarlo, ma viene comunque piacevolmente coinvolto negli avvenimenti che ne seguono.

Il protagonista, infatti, non è ne un super uomo, ne un’entità avulsa dalla realtà; Jared è un giovane uomo come tanti, come tanti ha problemi di soldi e vive con i piedi per terra, ha il suo bel daffare con i pregiudizi e i preconcetti della società che, volente o nolente, deve frequentare. Ma Jared è anche un riflesso dell’uomo d’oggi e della sua difficoltà di fare “branco” se non all’interno di ambienti digitali: per questo Steve e il suo branco spiccano nella storia, loro sono un gruppo coeso ma non chiuso, loro sanno accogliere pur essendo un gruppo segreto, loro sanno vedere al di là.

Steve è tutto ciò che si possa chiedere ad un compagno: è premuroso, paziente ma indipendente e caratterialmente forte. Lui sa di poter essere terribile, ma proprio questa consapevolezza lo porta a non abusare di questa possibilità per sottomettere gli altri e preferisce non usare la violenza per vendicarsi e/o affrontare un apparente pericolo. Questa sua consapevolezza e l’unione del branco cui appartiene gli da anche la serenità di porsi alla vita con semplicità e spontaneità.

Questa contrapposizione e alcuni avvenimenti, danno all’autrice la possibilità di toccare temi anche forti, seppur non approfondendoli troppo, riuscendo così a rendere la lettura scorrevole e piacevole, insinuando nel lettore la riflessione sui temi trattati (come la violenza o la diversità) senza sostituirsi  a lui.

La trama non è esattamente originale, come pure la costruzione del mondo parallelo, ma l’autrice riesce comunque a “farsi perdonare” arricchendo qua e là con particolari nuovi ed una giusta dose ironica.

Sensualità: 

Recensione: 

Editing: 

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